
PREMIO PRATOLA 2025: UN’EDIZIONE DA INCORNICIARE NELLA MAESTOSA ABBAZIA CELESTINIANA
SULMONA – Si è svolta ieri, nella cornice senza tempo dell’Abbazia di Santo Spirito al Morrone, la XVI edizione del Premio Nazionale Pratola, manifestazione che si conferma tra gli appuntamenti culturali più prestigiosi dell’Abruzzo e del panorama nazionale. Un’edizione che ha coniugato eleganza, intensità e contenuti di altissimo livello, ospitata in un luogo carico di storia, spiritualità e fascino: la monumentale chiesa celestiniana, simbolo del misticismo di Pietro del Morrone, Papa Celestino V.
La scelta della location non è stata casuale. Il premio, infatti, si è immerso nell’aura di un luogo dell’anima, come l’ha definito Ennio Bellucci, fondatore della manifestazione insieme al figlio Pierpaolo. L’Abbazia ha fatto da cornice perfetta ad un pomeriggio intenso e partecipato, in cui musica, parole, arte e impegno civile si sono intrecciati, lasciando un segno nel cuore del numeroso pubblico presente.

La sala era gremita di personalità del mondo politico, religioso, culturale e militare. A scandire i tempi e i momenti salienti della cerimonia è stato il giornalista Enrico Giancarli, firma del quotidiano Il Centro e volto di Rete 8, che ha condotto l’evento con eleganza, empatia e ritmo, rendendo omaggio a ogni premiato con profondità e misura.
Ad arricchire la serata, la voce sublime del soprano Chiara Tarquini, che ha regalato attimi di emozione pura, accompagnando con l’arte del canto il percorso tra i valori celebrati dal Premio.
Madrina d’eccezione dell’edizione 2025 è stata Stefania Battistini, giornalista del Tg1, che ha portato la propria esperienza di racconto dal fronte, testimoniando il senso profondo della verità e del coraggio.

Fra gli interventi più apprezzati, quello dell’attore Edoardo Siravo, che ha declamato due brani con grande forza interpretativa: uno di Jacques Prévert e uno del poeta Ovidio, che – con un pizzico di ironia e provocazione – ha scaldato gli animi su un tema senza tempo: l’amore. “Un po’ osé” – come lui stesso ha scherzosamente definito il testo del Vate – capace però di unire tutte le generazioni nel segno dell’emozione.
Toccante anche il discorso dell’ex direttore del Centro Antonio Del Giudice, che ha lanciato un grido d’allarme sulla crisi della stampa e dell’informazione, ricordando il valore dei giornali “veri”, quelli che costruivano coscienza e dibattito pubblico.
Un altro momento fortemente emotivo è stato l’intervento del prof. Sante Ventresca, da oltre cinquant’anni attivo nel mondo della disabilità, fondatore e attuale presidente dei centri AIAS di Torrone e Villa Gioia. Un riconoscimento che ha celebrato non solo l’opera, ma l’umanità di un uomo al servizio degli altri.
Questa XVI edizione ha confermato il respiro nazionale e internazionale del Premio, con una rosa di premiati di altissimo livello, appartenenti a mondi diversi ma uniti da un unico filo conduttore: l’impegno, il talento e la coerenza.
I premiati 2025:
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Maurizio De Giovanni (Letteratura e Cultura)
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Andrea Lo Cicero (Sport e Spettacolo)
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Alessandro Antinelli (Giornalismo Sportivo)
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Aurora Ruffino (Letteratura e Cinema)
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Luca Telese (Giornalismo e TV)
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Antonio Del Giudice (Giornalismo e Cultura)
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Giovanni D’Alessandro (Letteratura e Cultura)
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Daniela D’Alimonte (Cultura e Poesia)
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Asja Varani (Sport)
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Charles L. Castiglione (Medicina e Ricerca Scientifica)
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Riccardo Letterio, Luca Zavarella (Economia e Lavoro)
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Marcello D’Andrea (Medicina e Ricerca Scientifica)
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Sante Ventresca (Solidarietà)
Edoardo Siravo
Un tocco d’internazionalità è arrivato proprio dal dott. Charles Castiglione, chirurgo americano di origini italiane che si distingue per la sua attività volontaria al servizio dei più bisognosi. Un simbolo di altruismo e dedizione.
Da segnalare con orgoglio anche i tre giovani premiati Letterio, D’Andrea e Zavarella, brillanti espressioni del territorio abruzzese, che portano alto il nome della regione nei rispettivi settori professionali.
La serata è stata dedicata alla memoria del maestro dell’arte informale Marcello Mariani, a cui è stato tributato un omaggio sentito. Il vescovo Mons. Michele Fusco, con le sue parole intense e una “preghiera per il mondo”, ha lanciato un forte messaggio di pace, raccolto anche dall’intervento, da remoto, di Hafez Haidar, scrittore e più volte candidato al Premio Nobel per la Pace.
“In questo momento così delicato per gli equilibri internazionali, abbiamo voluto che dal cuore dell’Abruzzo partisse un segnale forte di pace e di speranza”, ha sottolineato Ennio Bellucci nel suo conclusivo.
Con le sue sedici edizioni, il Premio Pratola si conferma non solo come evento di grande richiamo, ma come punto di riferimento culturale, civile e morale. Un vero e proprio crocevia di storie, valori, eccellenze e visioni che rendono onore all’Italia migliore, quella che costruisce con dignità e talento.
Un pomeriggio memorabile, che ha lasciato il segno e che ribadisce l’importanza della bellezza — quella dell’arte, delle parole, dei gesti — come argine alla banalità e alla superficialità del nostro tempo.
Nel cuore del Morrone, tra le navate di pietra e lo spirito di Celestino V, il Premio Pratola 2025 ha parlato ancora una volta all’anima.