
OGGI SI FESTEGGIA SANT’ANTONIO DA PADOVA: CHI ERA L’UOMO E IL RELIGIOSO VENERATO IN TUTTO IL MONDO
L’AQUILA – Dell’infanzia di Antonio di Padova si conoscono poche cose con certezza: il nome di battesimo Fernando, la città natale Lisbona e l’origine benestante e aristocratica. Già sulla data di nascita gli storici disputano, anche se la maggior parte concorda per il 15 agosto 1195; l’anno di nascita è calcolato sottraendo dalla data della morte, 13 giugno 1231, gli anni citati dal Liber miraculorum, scritto verso la metà del XIV secolo. La biografia più antica fu compilata da un frate anonimo nel 1232 sulla base di informazioni ricevute dal vescovo Soeiro Viegas, vescovo di Lisbona dal 1210 al 1232. Quest’opera, nota come Vita prima o Assidua, riporta le poche notizie a disposizione sui suoi primi anni. «I fortunati genitori di Antonio possedevano, dirimpetto al fianco ovest di questo tempio, un’abitazione degna del loro stato, la cui soglia era situata proprio vicino all’ingresso della chiesa. Erano essi nel primo fiore della giovinezza allorché misero al mondo questo felice figlio; e al fonte battesimale gli posero nome Fernando. E fu ancora a questa chiesa, dedicata alla santa Madre di Dio, che lo affidarono affinché apprendesse le lettere sacre e, come guidati da un presagio, incaricarono i ministri di Cristo dell’educazione del futuro araldo di Cristo.» (Anonimo del XIII secolo, Vita prima o Assidua) Antonio di Padova nacque dunque a Lisbona, primogenito in una nobile famiglia. Sua madre si chiamava Maria Teresa Taveira e suo padre Martino Alfonso de’ Buglioni (Martim o Martinho Afonso de Bulhões), cavaliere del re e, secondo alcuni, discendente di Goffredo di Buglione0. La residenza della nobile famiglia era nei pressi della cattedrale di Lisbona, dove egli fu infatti battezzato. Presso questo luogo egli ebbe la prima educazione spirituale dai canonici della cattedrale. Si ritiene, ma è incerto, che il padre lo abbia indirizzato al mestiere delle armi.Nel 1210, all’età di quindici anni, egli decise di entrare a far parte dei Canonici regolari della Santa Croce del monastero di São Vicente de Fora di Lisbona. Più avanti negli anni, nei suoi Sermoni scriverà: «Chi si ascrive a un ordine religioso per farvi penitenza, è simile alle pie donne che, la mattina di Pasqua, si recarono al sepolcro di Cristo. Considerando la mole della pietra che ne chiudeva l’imboccatura, dicevano: chi ci rotolerà la pietra? Grande è la pietra, cioè l’asprezza della vita di convento: il difficile ingresso, le lunghe veglie, la frequenza dei digiuni, la parsimonia dei cibi, la rozzezza delle vesti, la disciplina dura, la povertà volontaria, l’obbedienza pronta… Chi ci rotolerà questa pietra dall’entrata del sepolcro? Un angelo sceso dal cielo, narra l’evangelista, ha fatto rotolare la pietra e vi si è seduto sopra. Ecco: l’angelo è la grazia dello Spirito Santo, che irrobustisce la fragilità, ogni asperità ammorbidisce, ogni amarezza rende dolce con il suo amore.»
Rimase nell’abbazia di San Vincenzo per circa due anni. Poi, preferendo un maggior raccoglimento, ostacolato dalle frequenti visite di amici e parenti, chiese e ottenne il trasferimento presso il monastero di Santa Croce a Coimbra, città allora capitale del Portogallo e distante circa 230 km da Lisbona. Non vi è notizia che riporta un suo pur breve passaggio o successivo ritorno nei luoghi nativi. Fernando giunse a Coimbra nel 1212, all’età di circa 17 anni. Il monastero era molto grande e aveva una settantina di canonici. Qui probabilmente fu ordinato sacerdote ed essendo versato nelle Sacre Scritture e nella predicazione, gli si prospettò una carriera all’interno dell’Ordine.