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“MI AVETE SALVATO LA VITA”: LA TESTIMONIANZA DI UNA DONNA DI PRATOLA RIACCENDE I RIFLETTORI SULL’ECCELLENZA UMANA E PROFESSIONALE DEL REPARTO DI CHIRURGIA DELL’OSPEDALE DI SULMONA

SULMONA – In un’epoca in cui troppo spesso i piccoli ospedali vengono associati a inefficienze e carenze strutturali, arriva una testimonianza che ribalta la narrazione e restituisce valore al lavoro silenzioso e instancabile dei professionisti della sanità locale. È quella di Maria Liberata Santilli, giovane donna di Pratola Peligna, costretta da anni sulla sedia a rotelle, che nei mesi scorsi ha affrontato un delicato intervento chirurgico presso il reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Sulmona.

Oggi che le sue condizioni sono migliorate, Maria ha scelto di rendere pubblico il proprio profondo ringraziamento, rivolto non solo ai medici, ma a tutto il personale, dagli infermieri agli OSS, per la professionalità, l’umanità e l’attenzione ricevute in un momento difficile della sua vita.

“Grazie per avermi salvato la vita con un intervento tanto delicato quanto fondamentale – scrive Maria – svolto con straordinaria professionalità e un’umanità che non dimenticherò mai. In ogni gesto, in ogni parola, ho sentito attenzione, vicinanza e rispetto per la mia persona, in un momento in cui la fragilità sembrava prevalere.”

Un messaggio che parla con la voce della gratitudine, ma anche con la forza dell’esperienza diretta, e che mette in evidenza l’importanza della dimensione umana nella cura sanitaria. In quei giorni difficili, tra letti e corridoi, Maria ha trovato non solo cure mediche, ma anche sguardi comprensivi, parole di conforto e mani tese.

Il caso di Maria diventa simbolo e monito: non sempre i piccoli ospedali sono sinonimo di malasanità. Anzi, spesso rappresentano l’unico presidio di prossimità per pazienti fragili, anziani e famiglie che non possono permettersi lunghe attese o trasferte. E quando a fare la differenza non sono solo le attrezzature, ma le persone, allora anche una struttura periferica può offrire un servizio di eccellenza.

Un plauso, dunque, al reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Sulmona, che in questa vicenda ha saputo unire competenza clinica e umanità, rappresentando una speranza concreta per chi, come Maria, affronta sfide quotidiane ben più grandi di una semplice degenza.

E un grazie sincero a lei, per aver voluto condividere pubblicamente una storia che fa bene alla comunità e alla sanità tutta.

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