
UNA TRAGEDIA ANCORA SENZA RISPOSTE: BUGNARA DICE ADDIO A GIANNI
Una bara bianca, coperta di fiori e circondata dall’affetto di un intero paese. Così Bugnara ha salutato Gianni Di Vito, il 17enne morto tragicamente sabato scorso investito da un treno nella stazione del paese. La chiesa della Madonna del Rosario non è riuscita a contenere il dolore dei familiari, degli amici, dei compagni di scuola e dei semplici cittadini, accorsi in massa per l’ultimo saluto a un ragazzo descritto da tutti come solare, sincero, con una passione contagiosa per la storia.
Durante la cerimonia, officiata da don Lorenzo Conti, sono stati proprio i suoi compagni del Liceo economico sociale “Vico” a ricordarlo con parole commosse: “Avevamo ancora tanta strada da fare insieme. Dovevamo tagliare insieme il traguardo del diploma. Se c’era un dolore nascosto, avremmo voluto conoscerlo per aiutarti. Speriamo ancora di svegliarci da un incubo.”
Parole che scuotono, perché nessuno riesce a spiegarsi il gesto compiuto sabato mattina: Gianni si è lanciato dai margini della banchina mentre sopraggiungeva un treno. Ha avuto ancora la forza di rispondere ai soccorritori, ma dopo circa mezz’ora il suo cuore si è fermato. Ora la Procura di Sulmona indaga per istigazione al suicidio. I carabinieri hanno sequestrato il telefono e altri dispositivi elettronici del ragazzo, oltre a visionare le telecamere installate sul convoglio per ricostruire ogni dettaglio.
Accanto ai binari, sono state trovate solo le sue cuffiette. Nessun biglietto, nessuna spiegazione. Ma l’ipotesi che qualcuno possa aver influito su quella decisione estrema è al vaglio degli inquirenti. Ci vorranno settimane per fare chiarezza.
Fuori dalla chiesa, due striscioni bianchi recitavano: “Gianni sei sempre con noi.” Poi, il cielo si è riempito di palloncini lanciati al vento e un lungo applauso ha accompagnato il feretro, mentre il paese si stringeva in un silenzio carico di dolore.
Il banco dove sedeva ogni giorno, al primo posto, ora è vuoto. Un vuoto che pesa, che non si colma con le parole. Ma i suoi compagni, ogni tanto, vi si gireranno ancora, in silenzio, per dirgli che non è stato dimenticato.