
I PALAZZI STORICI DELL’AQUILA: PALAZZO BRANCONIO
L’AQUILA – La famiglia Branconio , originaria di Collebrincioni si stabilì all’Aquila sin dalla fondazione della città, nel XIII secolo. Il casato acquisì importanza soprattutto grazie
all’orafo Giovanni Battista Branconio ( 1473 – 1522 ) che si affermò a Roma come
consigliere di papa Leone X facendo costruire nella capitale il palazzo Branconio
dell’Aquila, su progetto dell’amico Raffaello Sanzio. Contemporaneamente, nel XVI
secolo, sorse davanti alla chiesa di San Silvestro, a L’Aquila, il palazzo della famiglia.
Nel 1624 il palazzo venne radicalmente ristrutturato, anche se di questa fase costruttiva
sopravvivono oggi pochi resti, tra cui il portale in stile rinascimentale dedicato alla
cappella privata dell’abate Girolamo Branconio. La facciata era quasi interamente coperta da pitture realizzate da Francesco degli Oddi che davano all’edificio il nome di «palazzo dipinto». A valle, il palazzo proseguiva con delle logge «fabbricate et ornate» dallo stesso abate con una spesa di 1200 ducati. A distanza di pochi anni venne realizzato un altro palazzo familiare, oggi noto con il nome di Palazzo Farinosi Branconi, situato sul lato orientale della piazza. Nella seconda metà del XVII secolo la famiglia si trasferì nella nuova residenza e Palazzo Branconio
venne probabilmente destinato ad alloggio per il personale di servizio. Entrambi gli edifici rimasero poi gravemente danneggiati dal terremoto del 1703, venendo censiti come inagibili nel 1712 . Negli anni successivi, il palazzo venne notevolmente rimaneggiato e ampliato mediante l’unione di caseggiati adiacenti; la veste attuale dell’edificio è quella assunta con i lavori della metà del XIX secolo in
stile neorinascimentale . L’edificio è risultato nuovamente danneggiato dal sisma del 2009 rendendo necessari nuovi lavori di consolidamento e restauro conclusi nel 2017 .
Palazzo Branconio si trova di fronte alla chiesa di San Silvestro ed al lato di Palazzo
Farinosi Branconi , la più importante residenza del casato: il palazzo è costituito da tre
livelli cui si aggiunge una porzione seminterrata. La facciata presenta gli ingressi al
piano terreno, che interrompono un rivestimento in pietra grigia di Roio, e le finestre ai
piani superiori sono impreziosite da cornici in pietra bianca di Poggio Picenze, recanti
ciascuna il monogramma bernardiniano . Di particolare rilievo è il sottotetto che presenta
un raffinato cassettonato ligneo reso evidente dalla decorazione a losanghe. L’ingresso
principale è eccentrico rispetto al complesso della facciata e posto in asse con due
balconcini ai piani superiori. La facciata presenta al n. 23 di via Rustici un prezioso
portale — anch’esso incorniciato con pietra bianca locale — recante l’iscrizione OMNIA
ACCEPTA DEO REFERREAD; l’ingresso era utilizzato per accedere all’oratorio posto all’interno
del palazzo.
G.P.