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“CARO JANNIK TI SCRIVO”, QUANDO IL TENNIS DIVENTA LETTERATURA POPOLARE

di Jacopo Lupi

Confesso: ho letto Caro Jannik ti scrivo tutto d’un fiato. Non solo perché sono un tifoso di Jannik Sinner (come moltissimi italiani in questo momento storico), ma perché questo libro è riuscito a fare qualcosa di raro: raccontare lo sport con poesia, umorismo, cuore e verità. E a scriverlo è Fabrizio Delprete, romano de Roma, che ha trasformato una serie di post social in un vero e proprio caso editoriale. E che domani, 13 giugno, sarà a Sulmona all’Osteria Woody per presentarlo. Io ci sarò. E ora vi dico perché anche voi dovreste esserci.

Dalle tribune virtuali alle pagine vere

Tutto nasce da una community Facebook cresciuta piano piano, tra post ironici, poetici, romaneschi, aulici e sempre, sempre veri. Delprete ha raccontato ogni match di Sinner da gennaio a ottobre 2023 con una voce inconfondibile, fatta di passione tennistica e di vita vera. Dentro c’è lui, c’è la “moje”, ci sono gli amici, il lavoro, le corse per incastrare il tempo e non perdersi nemmeno uno scambio.

Il libro, edito da Il Cuscino di Stelle, è una raccolta dei post più belli. Ma non è una semplice trascrizione: è un atto d’amore. Verso lo sport, verso un ragazzo (Jannik) che ha fatto sognare un paese intero, e verso tutti noi che sappiamo cosa vuol dire tifare con il cuore in gola e le dita incrociate davanti alla TV.

Jannik, simbolo e specchio

Delprete scrive:

«Jannik ha rubato il fuoco agli Dei per riscaldare il cuore di un popolo stanco di essere ai freddi margini dell’Impero».

Ecco, in una frase, il senso di tutto. Jannik è il talento cristallino, il campione silenzioso, l’eroe di un’Italia che ha bisogno di simboli positivi, di storie pulite, di sudore e determinazione. E questo libro lo racconta attraverso il filtro del cuore, ma con la testa ben piantata sulla terra rossa.

Il linguaggio? È uno dei punti forti. Una mescolanza riuscitissima di romanesco da curva e italiano letterario: ironico, affilato, tenero, spesso esilarante. Alcuni campioni vengono ribattezzati con nomi geniali (Medvodkadev, Serbo Rancore, Grieksporocrist), in una narrazione tutta giocata tra amore per il tennis e l’ironia popolare. È letteratura pop e orgogliosamente di parte.

Un libro che è anche un diario di vita

Ma Caro Jannik ti scrivo non è solo tennis. È un memoir camuffato, una lettera lunga un anno alla quotidianità, una riflessione sulla determinazione, sul non mollare, sul sacrificio. Perché come dice l’autore:

“In fondo, il tennis è come la vita: si vince, si perde, ma non si smette mai di lottare”.

E forse è proprio questo che lo rende tanto potente: ci vediamo tutti dentro. In ogni vittoria, in ogni sconfitta, in ogni tie-break mentale. E mentre leggi, senti di non essere solo.

Domani la presentazione: un evento da non perdere

Domani, 13 giugno, alle 18.45 all’Osteria Woody di Sulmona, ci sarà la presentazione del libro. Ci saranno racchette e parole, sorrisi e passione. Ci sarà Fabrizio Delprete, che è il primo a stupirsi del successo che ha avuto e che – per fortuna – continua a scrivere con la stessa spontaneità che lo ha fatto conoscere.

E io ci sarò, perché amo il tennis, e amo la buona lettura. Quella che arriva dritta al cuore, con una risata e magari anche una lacrima.

Caro Jannik ti scrivo non è un libro solo per appassionati di tennis. È per chi ama le storie vere, raccontate con stile e umanità. È per chi crede ancora che scrivere sia un modo per non sentirsi soli.

E per chi, come me, sogna un passante lungolinea anche nella vita.

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