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ECCIDIO DI PIETRANSIERI: LO SCRITTORE UGO DEL CASTELLO CHIEDE VERITÀ STORICA

Una riflessione rigorosa e appassionata, quella pubblicata sui social dallo scrittore e storico Ugo Del Castello, che riaccende il dibattito sull’eccidio di Pietransieri del novembre 1943. A oltre ottant’anni di distanza da quella tragedia, Del Castello invita a fare luce su una narrazione spesso imprecisa e influenzata più dalla retorica che dai fatti documentati.

Ugo Del Castello

“Tutte le volte che leggo sulla vicenda di Pietransieri si fa riferimento alla Resistenza e quindi ai partigiani. Nulla di più sbagliato.”

Con queste parole, lo storico smonta una delle interpretazioni più diffuse sull’eccidio, quella che lo inquadra come rappresaglia nazista per l’attività partigiana nella zona. Un’impostazione che, a suo dire, ha influenzato anche la motivazione con cui fu concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla frazione di Roccaraso.

Secondo Del Castello, nel novembre del 1943 a Pietransieri non vi era alcuna attività partigiana, e i due soldati tedeschi citati nei documenti ufficiali non furono uccisi da partigiani, ma da proiettili di artiglieria. Una verità storica diversa da quella comunemente raccontata, e supportata – sottolinea lo storico – da un lavoro serio e documentato: quello dello storico Paolo Paoletti, incaricato dal Comune di Roccaraso negli anni ’90 per una ricerca sistematica sulla vicenda.

“Paoletti – scrive Del Castello – indagò sui registri di guerra tedeschi conservati a Cassino; si recò in Germania a consultare gli archivi dei paracadutisti tedeschi; stabilì con precisione le truppe dislocate sul territorio; interrogò alcuni cittadini emigrati all’estero, i cui racconti risultarono autentici.”

Un’indagine storica meticolosa, che si distacca nettamente dalle narrazioni “approssimative” e “di scrittori improvvisati” che, a detta di Del Castello, continuano a circolare. Proprio per questo, l’autore dell’intervento propone che il Comune di Roccaraso metta a disposizione dei media e degli studiosi il testo integrale del lavoro di Paoletti, come contributo alla costruzione di una memoria pubblica fondata sulla verità documentata.

L’interesse per l’esatta ricostruzione dei fatti è stato condiviso anche dalla Procura militare di Stoccarda, che tra il 2005 e il 2006 inviò un proprio magistrato a Roccaraso per condurre ulteriori accertamenti. Il magistrato tedesco, accompagnato da alcuni residenti e dallo stesso Del Castello – su incarico del Commissario Prefettizio – visitò i luoghi dell’eccidio con il libro di Paoletti alla mano.

“Non è solo un fatto di risarcimento,” conclude Del Castello, “è soprattutto un dovere di chiarezza storica su quanto accadde in quel novembre del 1943.”

Il suo intervento, lucido e documentato, pone una questione che va ben oltre la vicenda locale: la responsabilità collettiva nel tramandare una memoria storica fedele ai fatti, anziché a una narrazione consolatoria. E richiama istituzioni, media e cittadinanza a un esercizio più rigoroso di memoria, affinché giustizia e verità non restino separate.

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