
SULMONA E LE CARCERI ABRUZZESI SOTTO LA LENTE DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI: TROPPE OMBRE SULLA SANITÀ PENITENZIARIA
di Domenico Verlingieri – Condizioni sanitarie opache, documentazione parziale, sovraffollamento cronico e interventi di manutenzione inesistenti. È questo il quadro che emerge dal monitoraggio condotto dall’associazione “Luca Coscioni” sulle carceri italiane, grazie a un accesso civico avviato nel dicembre 2024. Le relazioni, rese pubbliche nei giorni scorsi, riguardano i sopralluoghi effettuati dalle Asl all’interno degli istituti penitenziari italiani e rivelano un sistema afflitto da gravi criticità strutturali e gestionali. Sul banco degli imputati anche il carcere di Sulmona.
In Abruzzo, solo due delle quattro Asl territoriali – quella di Avezzano-Sulmona-L’Aquila e quella di Lanciano-Vasto-Chieti – hanno fornito la documentazione richiesta. Le Asl di Pescara e Teramo, invece, non hanno risposto. Ma anche laddove la risposta è arrivata, le informazioni risultano lacunose: per le strutture di Sulmona, L’Aquila e Vasto, le Asl si sono limitate a fornire una mera sintesi dell’offerta sanitaria, omettendo le relazioni dettagliate delle ispezioni.
Un silenzio che, secondo l’associazione, conferma un grave deficit di trasparenza. “Questi documenti rappresentano solo un primo passo per fare luce sulle condizioni, spesso opache, delle carceri italiane – scrive la Luca Coscioni – ma le risposte parziali o assenti delle Asl regionali dimostrano la resistenza di molte istituzioni nel rendere conto dello stato reale dei penitenziari”.
Sulmona, in particolare, desta preoccupazione non solo per la mancanza di informazioni puntuali, ma per il suo ruolo centrale nel sistema carcerario abruzzese: una struttura ad alta sicurezza, spesso al centro di denunce per carenze sanitarie, condizioni di sovraffollamento e situazioni di disagio psichico tra i detenuti. Eppure, ancora una volta, si tace.
Situazioni critiche emergono anche in altri istituti regionali. A Chieti, con 134 detenuti per 79 posti disponibili, si registra un sovraffollamento del 69,6%. Le celle sono sottodimensionate, senza condizionamento, e gli ambulatori non risultano autorizzati secondo la normativa regionale. A Vasto, le condizioni igienico-sanitarie sono definite “insoddisfacenti”: carenze nelle manutenzioni, necessità di arredi nuovi, servizi igienici e impianti fuori norma. Solo Lanciano sembra offrire un quadro meno allarmante, con condizioni definite “buone”, ma non esenti da raccomandazioni per interventi di sanificazione e manutenzione.
A livello nazionale, solo 66 Asl su oltre cento hanno risposto all’accesso civico, e in molti casi con documentazione incompleta. “Nella stragrande maggioranza degli istituti di pena italiani non sono stati effettuati neanche interventi di ordinaria amministrazione – sottolinea l’associazione – un’omissione che si aggrava alla luce di un sovraffollamento medio che supera il 134%”.
L’associazione Luca Coscioni, impegnata nella tutela dei diritti civili e nel monitoraggio delle condizioni carcerarie, lancia un appello: “Servono trasparenza, controlli indipendenti e un piano serio per riportare le condizioni di detenzione entro i limiti di umanità e legalità sanciti dalla nostra Costituzione”.
Nel frattempo, a Sulmona come altrove, il silenzio delle istituzioni resta assordante.