
REFERENDUM SULLA CITTADINANZA, SINISTRA ITALIANA: NESSUNA VITTORIA NELL’ASTENSIONE, LA DESTRA NON C’ERA
Referendum sulla cittadinanza, il comunicato di Sinistra Italiana: “Nessuna vittoria nell’astensione, la destra non c’era”
Il mancato raggiungimento del quorum nella consultazione referendaria dell’8 e 9 giugno rappresenta, secondo Sinistra Italiana – Alleanza Verdi e Sinistra, una sconfitta, ma non certo una vittoria per il centrodestra. In un comunicato firmato da Fabrizio Giustizieri (Segretario Provinciale SI L’Aquila) e Rosalia Tangredi (Referente Area Marsica SI), il partito prende atto del risultato, ma respinge ogni tentativo di strumentalizzazione politica da parte di chi ha scelto l’astensione come strategia.
“Ne prendiamo atto con chiarezza, senza giri di parole – si legge nel comunicato – ma altrettanto chiaramente dobbiamo dire che la destra non può e non deve rivendicare alcuna vittoria. Non si può vincere una partita a cui non si è nemmeno partecipato.”
L’astensione, sostengono i firmatari, non è un successo democratico, ma un segnale di assenza dal dibattito pubblico. E se votare è un dovere civico, come afferma l’art. 4 del DPR 361/1957, allora la diserzione dalle urne non può essere celebrata, anche se politicamente libera. Il vero problema, semmai, risiede nell’anacronismo del quorum, che andrebbe rivisto soprattutto alla luce della sua inefficacia e dell’abolizione delle sanzioni per chi non vota.
Il comunicato critica anche l’uso strumentale dei numeri, sia da destra che da sinistra: paragonare i voti favorevoli al referendum a quelli ottenuti nelle elezioni politiche è “come sommare mele e pere”, una semplificazione che non regge né sul piano logico né su quello democratico.
Particolarmente dura la posizione sulla questione cittadinanza. In un Paese che ha autorizzato l’ingresso di 450.000 lavoratori stranieri con il decreto flussi 2023–2025, il rifiuto di concedere diritti di cittadinanza a chi vive, lavora, paga le tasse e conosce la lingua italiana, viene definito come un atto di ipocrisia istituzionale.
“Stiamo dicendo sì alla forza lavoro e no ai diritti. È questo il modello di convivenza che vogliamo? Un sistema che crea lavoratori ricattabili […] contribuisce ad abbassare le tutele anche per i lavoratori italiani.”
In chiusura, il comunicato non risparmia critiche sui costi del referendum: la mancata accorpamento con le elezioni amministrative è vista come una scelta deliberata del governo Meloni per ridurre l’affluenza, a scapito delle casse pubbliche.
Sinistra Italiana ribadisce infine il proprio impegno per una “democrazia partecipata”, diritti eguali per tutti e una cittadinanza giusta. La battaglia, assicurano, non si ferma qui.
Mah!! L’importante è avere raggiunto l’obiettivo!!