
QUANDO LA COERENZA ARRIVA A “BOCCE FERME”
di Claudio Lattanzio
C’è qualcosa di singolare, se non addirittura ironico, nel constatare come alcune riflessioni – giudicate un tempo scomode o persino inopportune – vengano oggi riproposte da chi, solo poche settimane fa, le aveva contestate con veemenza. È il caso dell’ex presidente del Nucleo industriale e del Parco nazionale della Maiella, Franco Iezzi, che prima del voto non aveva risparmiato dure critiche a un nostro articolo, accusandoci forse di superficialità o di eccessiva severità arrivando anche all’offesa personale. Oggi, a elezioni concluse, quelle stesse analisi diventano le sue.
Il tempismo è, come sempre, tutto. Ed è curioso che un giudizio – allora frettolosamente derubricato a polemica giornalistica – venga ora ripreso nei contenuti, nei toni e nei bersagli da chi oggi si dichiara lucidamente critico verso le stesse dinamiche politiche. Peccato solo che questa lucidità sia arrivata dopo, quando ormai gli equilibri sono stati definiti e la voce critica può permettersi di risuonare senza rischi.
C’è chi potrebbe leggere questa inversione di marcia come un segnale di maturità o di onestà intellettuale, ma non possiamo ignorare il sospetto che a guidare certe esternazioni sia, piuttosto, l’ormai cronica difficoltà di stare al passo con i tempi e con il dibattito reale. Una difficoltà che, forse, ha più a che fare con la nostalgia di un ruolo centrale che con l’effettivo desiderio di incidere nel merito.
Perché, se è vero che l’età non è di per sé un limite alla lucidità – basti pensare a quanti esempi virtuosi ci sono in ambito politico e culturale – è altrettanto vero che serve coraggio per esporsi quando conta, e non solo quando conviene. Il rifugiarsi in un’analisi postuma, in una riflessione “a bocce ferme”, rischia di suonare come il tentativo tardivo di rientrare nella scena dalla porta di servizio, senza prendersi la responsabilità delle proprie parole nel momento in cui davvero potrebbero fare la differenza.
Franco Iezzi ha avuto ruoli importanti, che meriterebbero oggi una postura più coerente, più alta. Ma per brillare non basta mettersi in evidenza: occorre anche accettare il rischio di andare controvento, quando ancora il vento può cambiare davvero qualcosa.
Questo il post di Franco Iezzi: