Dalla regione

SIMONA BARBA: ALLARME URBANISTICO A PESCARA. PALAZZI E PALAZZONI SENZA SERVIZI E PARCHEGGI AL POSTO DI PICCOLE ABITAZIONI

PESCARA – A Pescara, dopo che l’ultima sentenza del TAR ha bocciato la delibera comunale del 2023 in materia di
adozione del Decreto Sviluppo, si è aperto il dibattito sulla nuova riscrittura, per la quale
l’Amministrazione Comunale è già all’opera.
Nella Città abbiamo visto nascere palazzi e palazzoni al posto di piccole case, e tutto ciò grazie sia alle
NTA, le nostre norme del PRG, sia a Leggi Nazionali, sia, nell’ultimo periodo, grazie anche alle
Delibere di recepimento del Decreto Sviluppo.
Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi di tutti: queste demo-ricostruzioni sono completamente
nelle mani della iniziativa privata, in quanto l’Amministrazione non può inserire né pilotare
interventi per l’interesse pubblico e per la rigenerazione urbana: no aree verdi, no parcheggi,
nemmeno allineamenti stradali, come l’ultimo caso della palazzina in via Jasonni 33 che da tre
piani è diventata 8 piani, 25 metri, senza nemmeno aver avuto l’allineamento stradale.
Tutto lecito. Eppure tutto profondamente sbagliato per il pubblico interesse e la vivibilità.
E in tutto questo caos, dove le premialità si cumulano e la pianificazione inerme cede il passo, senza
possibilità di pilotare i grandi volumi che crescono mentre si dovrebbe stoppare qualsiasi nuova
delibera in modo da porre chiarezza a quello che già c’è, per acutizzare lo stato confusionale l’11
giugno verrà portato Regione un testo di modifica alle Leggi Regionali 49 e 58 denotando che,
purtroppo, al peggio non c’è mai fine.
In sintesi cosa è scritta in questa proposta di modifica alle Leggi Regionali che andrà a pesare sulle
prossime Delibere Pescaresi?
1)Si scrive che ai fini della riqualificazione urbana è possibile agire sui singoli edifici degradati,
la qual cosa che già è stata aspramente criticata dalla sentenza del TAR, in quanto bisogna avere
chiaro che la riqualificazione urbana non avviene attraverso la riqualificazione del singolo edificio (per il
quale ci sono gia moltissime normative) ma attraverso il miglioramento di un unicum che tenga conto di
un insieme (strade, verde, spazi pubblici e vivibilità).
Forse questa modifica, per Legge, vuole essere una risposta a quanto detto dai Giudici?
Si vuole trovare una escamotage per salvarsi dalla dura sentenza?
O peggio è un tentativo goffo di porre rimedio e aggirare la sentenza?
2)Fino ad oggi, nel marasma delle demo-ricostruzioni selvagge, si erano salvate le zone
vincolate paesaggisticamente e per vincolo storico: su queste il Decreto Sviluppo e le premialità
non potevano essere utilizzate, ora invece, seraficamente, viene tolta questa protezione e si
dice, che previa autorizzazione, anche in queste zone si possono consentire le famose
premialità.
Se la maggioranza che governa si sbraccia a dire che questo non significa che le zone vincolate
avranno premi cubatura, se è cosi, perché inserire questa pesante modifica che apre una
pericolosissima possibilità? Perché?
Le Leggi Regionali portano con sé una grande confusione, derivante dal fatto che sono ondivaghe fra
questioni urbanistiche e questioni puntuali, incrementi volumetrici e altro. Loro per prima gettano
confusione, non avendo conoscenze certe.
Un esempio?
Nella nostra Legge Regionale 49 del 2012 si legge ancora:
gli edifici in Classe A avranno un ulteriore incremento del 10%; e poi dopo si aggiunge che gli edifici
superiori alla Classe A avranno un ulteriore 15%. di aumento cubatura.
Peccato che la nostra normativa nazionale non preveda un edificio in classe energetica
superiore alla A. Sarebbe meglio che qualcuno lo dica ai nostri Legislatori in Regione, visto che sono
affannati in modifiche di legge.
Alla fine sembra che queste Leggi Regionali siano spinte da sentimenti di vari, soffrendo
anch’esse di una specie di effetto cumulo che le plasma, le devia, aggiunge, in funzione non di
un irrobustimento della struttura normativa, ma in funzione di bisogni vari di portatori di

interessi, incongruenti con quello che dovrebbe essere lo spirito di una Legge: definire e
normare chiaramente, nel proprio ambito, senza andare in soccorso a nessuno.
Simona Barba
AVS-Radici in Comune

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