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INDISCREZIONI DA CAMELOT

di Massimo Di PaoloL’indiscrezione è soprattutto una: di nuovo metodo e di nuovo approccio per tessere una riorganizzazione amministrativa a Sulmona non si vedono segni.  Ci si sperava. Una coalizione solida e certificata dagli oltre seimila voti, ne avrebbe le possibilità. Ma forse il manuale Cencelli garantisce più tranquillità evitando precoci scosse. Mettiamola cosi: nella strutturazione di una Giunta si legge la firma del Sindaco, la visione del futuro e l’autonomia politica del Governo. Le trattative fatte, con l’assegnazione dei posti disponibili e delle deleghe secondo rappresentanza, senza discutere di quale Città si vuole rappresentare,diventa un film già visto. Il tavolo di confronto andrebbe strutturato dopo aver illustrato e discusso le emergenze, i percorsi amministrativi da intraprendere, le scelte di orientamento politico e gli investimenti che si vorrebbero perseguire. Sarebbe bello, nuovo e fortemente di rottura, una presentazione pubblica che renda condiviso con la cittadinanza il “cammino” e quello che dovrebbe essere il vero indirizzo per scegliere gli uomini di una Giunta politica, ma con forti capacità tecniche e di gestione. Capaci di produrre lavoro intenso, continuativo, fatto per osare: premesse a cui i partiti e i gruppi dovrebbero attenersi per la scelta delle figure da proporre. Viene in mente il detto “se pianto un albero posso mangiare una bistecca” nel senso che l’atto costitutivo di una Giunta in seno a un governo, rappresenta un’azione concreta per i risultati futuri, ma diventa anche una presentazione e una firma a garanzia di quello che si vuole essere e che si vuole fare. Se poi la squadra diventa congruente con le premesse e promesse fatte allora c’è da sperare. La corsa per la ripartizione e l’assegnazione degli assessorati è un rituale di antica memoria tra sgomitate e simpatiche bugie, d’altronde, in un clima che prepara lo start, se non ti siedi al tavolo delle trattative si rischia di ritrovarti nel menu per farti mangiare. Nelle leggende arturiane la Tavola Rotonda esprimeva ideali di equità e di correttezza dove il valore personale, le capacità, le competenze e il merito contavano più della casacca. Sarebbe stata cosa interessante vedere un nuovo approccio per gettare una solida base di partenza. Ma a Sulmona la pace politica e la tenuta politica dettano legge, considerando le crisi e i fallimenti degli ultimi decenni; ed allora forse meglio evitare emozioni forti cominciando con la solita prassi della divisione secondo gradimento e secondo fedeltà. Certo, non si vuole anticipare ciò che passa per la testa di chi è coinvolto in questa fase di costruzione ma, non appartenendo a nessuna stampa di regime,osserviamo un procedere che non sembra rispondere alla situazione grave ed emergenziale che viviamo. Il Sindaco Luca Tirabassi ci chiedeva di fidarci e lo facciamo, sperando di poter osservare azioni politiche ed amministrative importanti, nuove e divergenti per aggredire problemi che coinvolgono la cittadinanza tutta. Per poterlo fare, in scienza e coscienza, occorrerebbe dare posto ai migliori cavalieri: non a rappresentanti politici ma a uomini con capacità, necessari a sviluppare, a tessere un nuovo metodo di lavoro utile e urgente per Sulmona. Una Giunta di alto livello che infonda respiro, autonomia, trasparenza, correttezza formale e di sostanza alla nuova Amministrazione. Senza dimenticare la capacità di lavoro per produrre un’azione amministrativa significativa, massiva, divergente per progettualità e visioni. Una nuova Camelot dove trovare le premesse per evitare il pantano del nulla, del risarcimento elettorale, del posto perché ‘ci-tocca’, dell’uomo sicuro e non dell’uomo capace. Le premesse per un cambiamento.

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