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TRIBUNALE DI SULMONA: BANDITI SHORTS E CIABATTE, L’ESTATE RESTA FUORI DALL’AULA

 

Sulmona – La giustizia, si sa, è cieca. Ma da oggi, al Tribunale di Sulmona, è anche un po’ fashion police. Con l’estate alle porte e il termometro che punta deciso verso l’alto, è bene saperlo: niente ciabatte, niente shorts, niente freschezza.

La disposizione, che sembra uscita da un rigido manuale del bon ton giudiziario anni ’50, è tornata improvvisamente “di moda”, con buona pace delle ascelle sudate e delle ginocchia arieggiate. A ricordare a tutti questa chicca normativa sono stati nei giorni scorsi gli addetti alla sicurezza, incaricati di fare da buttafuori del buongusto.

Giovedì scorso, udienza penale: sei cittadini respinti alla porta. Colpevoli? Aver osato presentarsi in pantaloncini. Non criminali, certo, ma decisamente fuori moda. Il regolamento – adottato lo scorso anno dal procuratore capo Luciano D’Angelo – è infatti chiarissimo: “Divieto assoluto di pantaloni corti il cui margine inferiore non raggiunga la caviglia.”

La caviglia, già. Nuova unità di misura del rispetto istituzionale.

E non finisce qui: nel mirino anche infradito, canottiere, top, scollature e qualsiasi indumento che non rientri nei criteri di “professionalità e decoro” richiesti per un’aula di giustizia. In altre parole, se sembri in vacanza, fuori. Se sembri in una fiction Rai sul tribunale, dentro.

La disposizione, entrata in vigore il 17 giugno dello scorso anno, torna utile proprio ora che le temperature suggerirebbero abiti più… leggeri. Ma no: dentro il tribunale, meglio sudare in nome del decoro, che sentirsi freschi ma indecorosi.

E pazienza se le stesse norme valgono per utenti, imputati, testimoni, avvocati e semplici accompagnatori. Che la giustizia sia uguale per tutti, anche nel termometro.

C’è chi ipotizza che tra le misure di prevenzione contro i reati minori ci sia anche l’eliminazione della libertà sartoriale. Oppure, più semplicemente, che a Sulmona si sia deciso che il reato più grave, in certi casi, sia il cattivo gusto.

Nel dubbio, cari cittadini: riponete i bermuda, toglietevi le infradito e impugnate il pantalone lungo. Che vi attendano querele, citazioni o multe, in aula si entra solo in versione autunno-inverno.

E ricordate: la legge è uguale per tutti, ma la moda – almeno qui – è quella di sempre.

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