
SI RIAPRE IL CASO DELLA RAPINA AL RAPPRESENTANTE DI GIOIELLI: NUOVE INDAGINI DOPO UN DECENNIO
Sulmona – Dopo oltre dieci anni di silenzio e mistero, si riapre il caso della violenta rapina ai danni del rappresentante di gioielli Carlo Rotolo, avvenuta la mattina del 21 ottobre 2014 in via Ugo La Malfa. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, ha accolto la richiesta dell’avvocato Alessandro Rotolo – fratello della vittima – disponendo ulteriori accertamenti su base genetica e anagrafica, in particolare sull’anagrafe internazionale.
Il fatto risale a poco prima delle 9:30 di quel giorno. Carlo Rotolo aveva appena sistemato il suo campionario di gioielli nel cofano della sua Bmw, ben custoditi all’interno di un trolley e una borsa incatenati e chiusi con lucchetto, davanti al laboratorio dove lavorava. Come ogni mattina, si era poi allontanato per fare colazione in un bar poco distante. Ma al ritorno, a pochi metri dall’auto, l’agguato: due uomini con il volto coperto da passamontagna lo sorpresero alle spalle. Uno gli puntò una pistola con silenziatore alla nuca, mentre l’altro gli sottrasse le chiavi dell’auto.
In pochi attimi i ladri liberarono le valigie dalle catene e, nel frattempo, colpirono Rotolo alla testa con il calcio dell’arma. La vittima cadde a terra stordita, riuscendo appena a vedere i malviventi allontanarsi a bordo di un’utilitaria lanciata a tutta velocità. Trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona, a Rotolo venne diagnosticata una ferita alla testa, con l’applicazione di tre punti di sutura.
Le indagini iniziali, condotte dalla squadra anticrimine della polizia, si concentrarono su un’azione studiata nei dettagli. I rapinatori, secondo gli inquirenti, sarebbero arrivati da fuori zona, contando però su complici locali che conoscevano perfettamente le abitudini della vittima. Ma nonostante gli sforzi, nessun responsabile venne identificato né arrestato.
Solo recentemente, grazie al rinvenimento di nuove prove, il caso ha avuto un’inattesa svolta. L’automobile utilizzata per la fuga fu ritrovata poco dopo l’assalto, nei pressi dell’imbocco della strada a quattro corsie. Al suo interno, un passamontagna con una traccia biologica: un capello, rimasto finora inutilizzato. Il gip Sarnelli ha ora ordinato analisi approfondite sul reperto, per verificarne l’eventuale appartenenza a soggetti schedati o noti alle forze dell’ordine.
L’avvocato Alessandro Rotolo non ha mai smesso di cercare giustizia per il fratello. Dopo il rigetto, lo scorso anno, della richiesta di archiviazione presentata dalla procura, ha insistito affinché si esplorassero tutte le possibili piste ancora aperte. Ed è proprio grazie a questa tenacia che oggi si torna a indagare, con l’obiettivo di dare un volto agli autori di una rapina brutale che ha segnato profondamente la vita della vittima e della sua famiglia.
Il caso, dopo più di un decennio, è tutt’altro che chiuso. E oggi, come allora, resta forte la speranza che la verità possa finalmente venire a galla.