DOMENICA E LUNEDI’ SI VOTA PER I REFERENDUM: L’OPINIONE DI MASSIMO PROSPEROCOCCO SU UN DIRITTO IRRINUNCIABILE

Votare dovrebbe essere un gesto normale, condiviso, universale. Un modo per onorare chi ha lottato per questa Repubblica, per questa democrazia. Un gesto che parla di futuro, di responsabilità, di appartenenza. E invece oggi sembra quasi un’azione rivoluzionaria.

Io ci andrò, come ci sono sempre andato. E voterò cinque sì, perché credo che quei quesiti parlino di diritti, di lavoro, di dignità. Ma al di là del merito, quello che conta è esserci, partecipare, far sentire la propria voce.

E nel frattempo, mentre noi discutiamo, ci confrontiamo, studiamo, scegliamo, la Presidente del Consiglio cosa fa?

Va al seggio, fa la sceneggiata, ritira la scheda e poi… se la rimangia. Non vota.

Roba da commedia all’italiana, se non fosse tragicamente realtà.

Perché chi governa dovrebbe essere il primo a dare l’esempio. E invece no. Si vota solo quando conviene. Si partecipa solo quando torna utile alla propria propaganda.

Ma la democrazia non è un optional. Non è un vestito che si indossa a piacimento. È un patto tra cittadini. È un dovere civile. È un diritto conquistato con il sangue, con le lotte, con la storia.

E chi sceglie di disertare le urne, soprattutto se ricopre una carica istituzionale, perde credibilità. E forse dovrebbe anche perdere il diritto di criticare ciò che accade.

Domenica io non andrò al mare.

Andrò a votare.

Lo farò come lo faceva mio nonno, come lo ha sempre fatto mio padre, con rispetto, con convinzione, con amore per questo Paese.

E invito tutti voi a fare lo stesso. Che sia un sì o un no, non importa. Ma partecipate, difendete la vostra voce.

Perché chi rinuncia a votare, rinuncia anche a contare.