Cultura

LA STORIA E LE GUERRE. L’UOMO HA SEMPRE TROVATO PRETESTI ANCHE ASSURDI PER FARE LA GUERRA

L’AQUILA – L’uomo ha sempre trovato i pretesti più assurdi per fare la guerra, ma forse la “Guerra della secchia rapita” è una delle più bizzarre. Vediamo di cosa si tratta e di dividere il fatto storico dalla leggenda.
C’erano una volta due fazioni. Non è una fiaba, ma una cosa un po’ più tragica: la Storia. Siamo nel 1325, in Emilia-Romagna, che allora non è famosa per i tortellini o per essere una “regione rossa”, a meno di non attribuire la colorazione alla sanguinosa battaglia che vi vado a raccontare.
Da una parte abbiamo Bologna: guelfi, ricchi, già titolari di una prestigiosa università, pieni di idee e spesso anche di sé, con la spocchia di chi è difeso dal papa. Dall’altra Modena: ghibellini, più terra-terra, fedeli all’Impero, un po’ più “fatti, non parole”. Due città divise da 40 km e da un odio viscerale che oggi ci sembrerebbe ridicolo, un po’ come se persone di città vicine si odiassero per qualche motivo futile e stupido, che ne so, il calcio.
Ehm, mi sa che ho sbagliato esempio.
Ma perché le due città hanno la brillante idea di farsi la guerra?
Modena e Bologna vanno avanti a dispettucci da trent’anni. Bologna attira un sacco di gente per via dell’università – soprattutto giovani che vanno a fare l’Erasmus – e ha bisogno di allargare i confini. A Modena abbozzano per un po’, poi arriva Azzo VIII e sono… azzi amari. Azzo vuole riprendersi le terre conquistate da Bologna: non ci riesce, ma i suoi successori continuano l’opera.
La causa occasionale viene da una serie di scaramucce, scorribande di confine e, soprattutto, dal controllo di un castello chiamato Monteveglio, zona strategica, nota oggi per il vino. La situazione si surriscalda, parte una spedizione bolognese per vendicarsi di qualche torto subìto — tipo “mi hai fregato il parcheggio sotto casa” in versione medievale — e Modena risponde buttando benzina sul fuoco.
Così, il 15 novembre 1325, a Zappolino — nome non proprio da episodio epico — si affrontano in quasi 40 mila: finirà con una carneficina. Bologna ha più uomini, circa 32 mila contro settemila. I modenesi, però, sono pochi ma buoni. Molti sono soldati germanici piuttosto avvezzi alla pugna, mentre i bolognesi sono più abituati a far caciara.
Modena vince di brutto: li sbaraglia, li umilia, li prende in giro. E siamo alla parte più famosa e surreale della battaglia: i modenesi, per celebrare la vittoria, rubano un secchio da un pozzo bolognese e se lo portano a casa. Letteralmente. Un secchio. Di legno. E lo mettono nel Duomo. Tipo trofeo della Champions League.
Sì, avete capito bene: una guerra, oltre duemila morti, città in ginocchio… per ottenere un secchio. E già, perché, dopo pochi mesi, grazie a una combinazione di mediazione politica e diplomazia, Bologna e Modena tornano al punto di partenza. Nessun castello conquistato, nessun confine cambiato, zero vantaggi reali. Solo duemila morti in più e un secchio in meno.
La leggenda, nei secoli trasfigura la vicenda storica in un fatterello ancora molto popolare, secondo cui la battaglia viene combattuta proprio per il secchio, che invece ne è solo il trofeo, il simbolo. Una diceria che trasforma una delle battaglie più sanguinose in un fatterello da osteria, facendo dimenticare l’inutile tributo di sangue.
Chissà, forse serve proprio a questo.
La Battaglia di Zappolino è il simbolo di tutte le guerre inutili. Anzi, di tutte le guerre, visto che di utile non c’è mai nulla nei conflitti.
Perché dietro ogni guerra, ieri come oggi, c’è quasi sempre un “secchio”. Magari non di legno e non rubato da un pozzo, ma sempre qualcosa di fittizio: un’ideologia, un confine, un’offesa, un “principio” che viene proclamato mentre i cadaveri si ammucchiano. La guerra ha sempre questa dinamica da litigio condominiale che sfugge di mano: si parte per un “principio”, si finisce con morti veri e accordi che vanificano tutto.
E allora, Zappolino ci dice questo: ogni volta che qualcuno parla di “valori da difendere con le armi”, di “principi”, provate a fiutare l’aria e sentirete puzza di marcio. Il consiglio sarebbe di lasciarli a parlare di sciocchezze da soli, isolarli, prima che contagino qualcuno con la smania di dare battaglia.
E buonanotte al secchio.

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