CronacaHomeIn Evidenza

INCENDIO ALL’UNIVERSITÀ DELLA TUSCIA: LA RICERCATRICE SULMONESE ENRICA ALICANDRI TRA I TESTIMONI DEL DISASTRO

Un violento incendio ha colpito ieri la Facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia a Viterbo, provocando ingenti danni materiali e lasciando sgomenti ricercatori, studenti e personale. Le fiamme, partite dal tetto dell’edificio interessato da lavori di ristrutturazione, si sono propagate in pochi minuti, alimentate dai materiali isolanti altamente infiammabili, trasformando l’intera struttura in un inferno di fumo ed esplosioni.

Tra coloro che hanno vissuto in prima persona quei drammatici momenti c’era anche Enrica Alicandri, 35 anni, originaria di Sulmona, ricercatrice da otto anni al Dibas (Dipartimento per l’innovazione dei sistemi biologici agroalimentari e forestali). Era scesa nel seminterrato per prelevare dell’azoto quando ha visto un addetto fuggire allarmato. Tornata di corsa al piano superiore, ha assistito dalla finestra al propagarsi delle fiamme e al crollo del tetto, mentre all’interno iniziava l’evacuazione generale. Il suo ufficio e il laboratorio si sono salvati per pochi metri, ma le fiamme hanno distrutto le aree attigue, insieme a decine di macchinari acquistati di recente con fondi del PNRR. Sono andate perdute attrezzature fondamentali, ma soprattutto è scomparsa una banca genetica unica: semi, batteri e funghi coltivati in decenni di lavoro.

I danni, ancora da quantificare, si preannunciano enormi. Le conseguenze economiche saranno pesanti, ma quelle scientifiche sono già incommensurabili, così come quelle morali. Oggi sono previsti i primi sopralluoghi dei vigili del fuoco per verificare la stabilità dell’edificio e l’agibilità. L’Arpa ha posizionato trappole chimiche per rilevare le sostanze rilasciate durante il rogo: nei laboratori si maneggiano composti tossici, cancerogeni e infiammabili, e prima di qualsiasi rientro dovranno essere esclusi rischi per la salute.

La facoltà di Agraria della Tuscia è tra le più rinomate in Italia, terza dopo Torino e Padova. Ora, però, l’intero comparto scientifico si trova davanti a una ripartenza in salita. Per i ricercatori, che non godono di particolari tutele, l’incertezza sul futuro è totale. L’incendio segna uno spartiacque doloroso tra un prima e un dopo. E lascia una comunità accademica in ginocchio, ma fortemente legata al proprio lavoro, pronta a ricominciare anche in mezzo alle macerie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *