
211 ANNI AL SERVIZIO DELL’ITALIA. OGGI POMERIGGIO, ALLE ORE 18.15, CASERMA JAFOLLA, L’ARMA DEI CARABINIERI FESTEGGIA LA SUA GLORIOSA STORIA
L’AQUILA – Siamo Repubblica che garantisce diritti. Siamo liberi di esprimerci. Siamo anche divisi sulle proposte politiche. Ma una certezza sulla sicurezza e sulla fedeltà ai principi costituzionali, va riconosciuta all’Arma dei Carabinieri, che oggi festeggia i 211 anni dalla sua fondazione. Vi proponiamo una breve storia sulla nascita del corpo. Da allora sono passati secoli, ma i carabinieri sono sempre tra noi a garantire sicurezza e ripsetto delle regole costituzionali. Questa, in sintesi la storia della fondazione del corpo. Vittorio Enmanuele I di Savoria al termine dell’esilio vissuto a Cagliari all’inizio del XIX secolo, pensò alla creazione di un nuovo corpo militare così, dopo il suo rientro a Torino, il 20 maggio 1814 come re di Sardegna che prendeva possesso degli “Stati di Terraferma”, fu, nel quadro dell’organizzazione dell’Esercito, quella di porre allo studio la costituzione di un corpo di truppe per garantire la sicurezza pubblica, resa precaria dagli avvenimenti succedutisi negli ultimi tempi. A tale scopo, la Segreteria di Guerra affidò al capitano reggente di Pinerolo Luigi Prunotti la compilazione di uno schema dal titolo “Progetto di istituzione di un corpo militare pel mantenimento del buon ordine”, che venne da lui approntato nei primi giorni del giugno 1814. Nel frattempo la tutela dell’ordine pubblico era stata provvisoriamente affidata, già dal 24 maggio, ai componenti piemontesi della disciolta Gendarmeria Francese rimasti in Piemonte. Il progetto del Prunotti venne elaborato ed integrato da una commissione, che in data 16 giugno successivo presentò un “Progetto d’istruzione provvisoria per il corpo de’ Carabinieri Reali” avente come sottotitolo “funzioni ordinarie dei Carabinieri Reali, servizio giornaliero delle Brigate a piedi, ed a cavallo in che egli consiste, come dev’essere comandato ed eseguito” e firmato, questa volta, da quel Francesco David, che il 2 agosto 1791 aveva formato, e comandato, il Corpo militare della polizia delle provincie di Novara, Vigevano e Lomellina su ordine di Vittorio Amedeo III.A tale commissione va quindi attribuito il merito di proporre la denominazione di Carabinieri per i componenti il costituendo corpo, che il progetto Prunotti aveva indicato genericamente come “militari” o come “soldati”. È però da avvertire che il termine carabiniere esisteva già nelle milizie piemontesi nel senso etimologico di “portatore di carabina” prima di servire a designare esclusivamente i militari del nuovo corpo. Con le Regie Patenti del 13 luglio 1814, integrate con altre emanate il 15 ottobre 1816, il Re di Sardegna Vittorio Emanuele I di Savoia istituì il Corpo dei Reali Carabinieri, un corpo armato che, adottando il modello di organizzazione territoriale della Gendarmerie nationale francese, aveva compiti sia civili (ordine pubblico e polizia giudiziaria) che militari (difesa della Patria e polizia militare). Gli ufficiali furono scelti per la gran parte dall’Arma di cavalleria, la più prestigiosa dell’esercito sabaudo, e vennero considerati un corpo d’élite; dal punto di vista militare si trattava invece di un corpo di fanteria leggera, così detto dall’arma d’ordinanza adottata, la carabina. Il primo comandante in capo del Corpo fu il Generale d’Armata Giuseppe Thaon di Revel di Sant’Andrea, nominato il 13 agosto 1814 con le funzioni di presidente capo del Buongoverno. Il 23 aprile 1815, quindi appena 9 mesi dopo la loro istituzione, perì in servizio il primo di una lunga lista di Carabinieri: Giovanni Boccaccio fu ucciso a Vernante (Cuneo) con un colpo di fucile da un pericoloso fuorilegge evaso dal carcere di Cuneo, Stefano Rosso, detto “il Sardo”. Il 25 giugno 1815 con decreto del re Vittorio Emanuele I vennero adottati i colori del pennacchio (lo scarlatto e il turchino). Il nuovo corpo fu impegnato sul campo per la prima volta nella battaglia di Grenoble, durante l’ultima campagna militare contro Napoleone Bonaparte. Il 6 luglio 1815 un loro squadrone di cavalleria caricò le truppe francesi per il possesso di una piazzaforte alla periferia di Grenoble, mettendole in rotta e contribuendo alla vittoria.
In quella battaglia si distinse Gerolamo Cavasola, ed il valore dei carabinieri fu dichiarato “maggiore di ogni elogio”.