Dalla regione

CAVALLARI E MENNA DI ABRUZZO INSIEME: LA SANITA’ TERAMANA OGGETTO DI UN SILENZIOSO SMANTELLAMENTO DEI SERVIZI

TERAMO – Sanità teramana nel caos:  reparti che si spostano e cittadini abbandonati. No allo smantellamento
silenzioso dei servizi.
Psichiatria trasferita a Giulianova, UCCP spostato a Casalena: Teramo perde centralità e i cittadini
pagano il prezzo delle scelte calate dall’alto.
Le ultime decisioni assunte dalla ASL di Teramo – l’accorpamento del reparto di Psichiatria con
relativo trasferimento a Giulianova e lo spostamento dell’UCCP dalla centralissima sede di
Circonvallazione Ragusa a Casalena – rappresentano un attacco diretto alla qualità, all’accessibilità
e alla centralità dei servizi sanitari nel capoluogo e nelle aree interne della provincia.
Privare Teramo del suo reparto di Psichiatria significa isolare ulteriormente una parte fragile e
spesso invisibile della popolazione, costretta ora a spostamenti complessi, se non impossibili, per
accedere a cure fondamentali. Ancora più incomprensibile è la decisione di chiudere un presidio
strategico e facilmente raggiungibile come l’UCCP di Circonvallazione Ragusa, per trasferirlo in
una sede periferica come Casalena, difficilmente accessibile soprattutto per anziani, disabili e
cittadini privi di mezzi propri.
Che l’UCCP presentasse criticità gestionali era noto da tempo – tanto che fu da me richiesto un
intervento della Commissione di Vigilanza in Regione – ma proprio in quella sede il Direttore
Generale Di Giosia e il Direttore Sanitario Brucchi riconobbero la necessità di una revisione
generale e di una maggiore attenzione, sottolineando però l’importanza dei servizi erogati, sia in
termini qualitativi che quantitativi. Oggi, inspiegabilmente, si sceglie la strada dello spostamento,
che non risolve le criticità ma le aggrava, allontanando i servizi e rendendoli meno fruibili.
A rendere il quadro ancora più grave è l’assoluta mancanza di condivisione con il Comitato
Ristretto dei Sindaci. La presidentessa Cristina Di Pietro appare relegata a un ruolo puramente
formale, senza alcuna possibilità di incidere realmente sulle scelte che riguardano il territorio e le
sue comunità.
È inaccettabile che decisioni così impattanti vengano assunte senza un confronto pubblico e senza il
coinvolgimento degli amministratori locali. La gestione della sanità non può essere appannaggio di
pochi dirigenti: serve trasparenza, partecipazione e, soprattutto, rispetto per le istituzioni
democratiche e per i cittadini.
Se poi – come si vocifera – queste scelte rispondono alla logica del contenimento della spesa
sanitaria, è bene chiarire che a pagarne il prezzo saranno ancora una volta i cittadini, nonostante
l’aumento dell’addizionale IRPEF. E se questa è la strategia, allora ci si prepari a ulteriori tagli ai
servizi essenziali, con un impatto devastante sul diritto alla salute, in particolare per le fasce più
deboli.
Non possiamo non sottolineare che proprio i dirigenti che oggi continuano a guidare la sanità
abruzzese sono gli stessi che hanno contribuito a generare l’enorme disavanzo finanziario della
nostra regione. Continuare su questa strada, illudendosi di ottenere risparmi attraverso il
depotenziamento dei servizi, significa perseverare negli stessi errori, a discapito dei cittadini e della
tenuta del sistema sanitario pubblico.
Chiediamo con forza che queste decisioni vengano immediatamente sospese e che si apra un
confronto reale, trasparente e costruttivo con i territori. Teramo non può e non deve continuare a essere marginalizzata in nome di una logica aziendalista
priva di visione e di attenzione per le reali esigenze della comunità.

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