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GIRO D’ITALIA: L’ANALISI E I COMMENTI TECNICI DI DAVIDE CASSANI SULL’ANDAMENTO DELLA CORSA ROSA

di Davide Cassani *
ROMA – Tra i due litiganti il terzo gode. Tra Del Toro e Carapaz vince Simon Yates. Sinceramente non pensavo che potesse andare a prendersi il Giro invece ce l’ha fatta. Sul colle delle Finestre, dove 7 anni fa perse il Giro d’Italia ( era maglia rosa e arrivò con 30’ di ritardo) ha approfittato della querelle tra Carapaz e Del Toro staccandoli a 11 km dalla vetta. Facciamo un passo indietro. Pronti via e se ne vanno, a più riprese, una trentina di corridori. Nessuno della UAE, nessuno della EF ma Van Aert della Visma. Il distacco del gruppo a Meana ( imbocco della salita) è di 10’. La EF prende la salita a tutta come se il traguardo fosse lì ad un paio di km invece bisogna scalarne 18 km al 9,2% di pendenza media e con gli ultimi 8 km sterrati. Restano solo in due, Carapaz e Del Toro. E Simon Yates? No, non ha risposto alla progressione ma dopo un paio di km appare all’improvviso. Sono in tre, i primi della classica generale. Chiara la tattica di Del Toro, stare a ruota di Carapaz e ci resta anche quando a scattare è Yates. La prima volta l’ecuadoriano reagisce, la seconda no. Il britannico sale a tutta ma regolare, gli altri due scattano, si fermano, scattano ancora. Del Toro a seguire come un ombra Carapaz senza mai dare un cambio. E Yates ne approfitta, In cima il vantaggio è di 1’30” circa, praticamente già in maglia rosa virtuale. E lassù ad aspettarlo c’è lui, Van Aert. Lo pilota in discesa, lo scarrozza sul lungo falsopiano verso Sestriere fino a 6 km dall arrivo e quando si sporta il vantaggio sul gruppo maglia rosa rasenta i 4’. È fatta anche perché i due non collaborano e aspettano quelli dietro. Ho sempre fatto il tifo per Van Aert perchè i campioni sono quelli che vincono, e campioni sono anche quelli che indicano la strada e rendono possibile il successo degli altri. In questo Giro ha vinto a Siena, ha tirato le volate a Kooij, ha scortato Yates nella conquista di questo Giro. Un gigante. Carapaz il più generoso, il più vivace ma il suo errore oggi è stato quello di prendere la salita a tutta. Quello sforzo lo ha pagato. Credo che abbia adottato questa tattica perché non aveva un uomo per fare il ritmo giusto sul colle delle finestre. Ma alla fine ne ha pagato le conseguenze. La UAE poteva mettere un uomo nella fuga invece la maglia rosa si è trovata sola. Ma perché Del Toro si è intestardito nello stare sempre e comunque alla ruota di Carapaz? Quando è partito Yates non era meglio dare due cambi al corridore della EF? Su una salita dove si sale a 16/17 orari stare a ruota o davanti non cambia nulla. In quella maniera poteva tenere a tiro il britannico e giocarsi la vittoria. Comunque il messicano è una stella e meritava di vincere. Ha 21 anni, è forte in salita, in discesa, è veloce, ha recupero, si fa voler bene dei compagni. Insomma ha tutto per diventare un grande del ciclismo ma onore a Simon Yates. Lo abbiamo sempre visto poco, non ha vinto tappe, non è mai arrivato neanche secondo, il miglior piazzamento oggi (terzo arrivato) ma gli inglesi direbbero: Well done, ben fatto.
Un bravo all’australiano Harper che ha vinto la tappa Alessandro Verre, ottimo secondo. È un giovane lucano di 23 anni e questo piazzamento pesa. Complimenti.
*Commissario tecnico nazionale di ciclismo 

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