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“UN CAFFÈ SOSPESO”

di Massimo Di PaoloUna bella pratica partenopea, antica quanto romantica è quella del “caffè sospeso”. Luciano De Crescenzo, mirabile narratore napoletano, ne spiegava, con una sintesi antropologica indimenticabile, i significati. Era un rito dei più poveri passare nei bar a chiedere se c’era qualche ‘sopeso’. Di fatto, lasciare pagato un caffè in un bar è ancora oggi una manifestazione di gioia e soprattutto di gratitudine,verso un evento favorevole, verso chi ci ha aiutato o verso chi ha avuto meno fortuna di noi. Non sappiamo ancora se Luca Tirabassi e la coalizione di centro destra, abbia lasciato pagato un caffè per quello che resta del centro sinistra. Certo è che ce ne sarebbe bisogno di un caffè,corto e tosto come quello napoletano, per riprendersi, per avere una scossa necessaria e utile alla ripartenza. Ci sembra di vedere Lorenzo Fusco, rappresentante di Forza Italia, con la sua raffinata sulmonesità andare al bar e chiedere “fatemene due, uno per me ed uno ‘sospeso’ … per gli altri!”. È stata pesante assai la batosta elettorale per il centro-sinistra, un evento tellurico che montava da molto tempo e che nessuno voleva ascoltare: né i brusii e né i segni che preannunciavano il disastro democratico che arrivava. Il confronto, il riconoscimento delle idee nuove, gli approcci divergenti per la gestione di un territorio in difficoltà, si era spento da anni in seno alla segreteria del PD e nei gruppi di area progressista sulmonese. Anni di chiacchiericcio e di dismissioni della critica da lungo tempo non accettata e mai integrata. Ieri Angelo Figorilliha riunito quello che restava di chi gli è stato vicino in una campagna elettorale che richiederebbe un brainstorming di gruppo per vederne i limiti, le colpe e le cause di un risultato ben lontano dai sogni dei più. Ma ora, nel qui e ora, non c’è consolo che possa mitigare la perdita.Occorrerebbe una gogna per le gravi e diffuse responsabilità che hanno portato il centro-sinistra, negli anni, in una tale situazione. La perdita coinvolge anche il nuovo Governo sulmonese a guida Tirabassi. Non avere un’opposizione solida, portatrice di osservazioni, di approfondimenti importanti, di sana critica: flebile per numeri, fermezza e priva di quel supporto politico esterno di rango, non è un vantaggio per nessuno. Soprattutto per la Città tutta. Si sono fatti i conti, molto è stato detto ma non tutto. La gente di sinistra, abbandonata da anni, privata di quel sano pragmatismo utile a risolvere i problemi dei singoli, delle famiglie, dei gruppi è andata via.  “Sulmona”, privata di quel concreto agire amministrativo che la tenesse almeno curata nelle sue più riconosciute caratteristiche si è chiusa defenestrando molte azioni di partecipazione e di cittadinanza attiva. Molti giovani, insegnati, operai, membri delle diverse categorie professionali storicamente vicine, si sono sentiti poco accolti e poco riconosciuti da quel fare borghese escludente, saccente per modalità e ascolto. La sinistra elitaria ha perso non quella antica, rappresentativa e permeabile dai bisogni della gente comune, ormai cosa rara a Sulmona e purtroppo forse anche nel resto d’Italia. La Sinistra antica non ha corso in campagna elettorale a Sulmona, è stata fagocitata da altri, per un altrove fatto di forza e di comando, retto dall’idea del poco, maledetto e subito. È la legge dei bisogni primari che non può essere omessa; ci si sposta nel deserto cercando acqua da bere per sé e per i propri figli, null’altro è più convincente.

3 commenti riguardo ““UN CAFFÈ SOSPESO”

  • Roberto P.

    Massimo di Paolo potrebbe raccontarci i suoi successi elettorali?

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    Risposta
  • Il problema è che non si vota perché continuamente presi in giro dai soliti politici falliti.
    Il PD ha fatto del suo meglio per fallire e i 5 stelle persi come al solito.
    Comunque i chiari vincitori dovranno darsi da fare e imparare a governare.

    Risposta
  • Il Pd è abituato ai tradimenti nessuno può avere successo se non fa parte della riserva interna. tutti quelli che hanno corso con il PD comunali, regionali ecc. se erano autonomi e non erano aggregati alle segreterie, o ai capi bastone di turno, ci hanno rimesso la faccia!

    Risposta

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