
UN MONDO SENZA…EPPURE COSÌ PIENO DI SENSO
di Jacopo Lupi
Confesso: ho letto Un mondo senza per curiosità, ma ne sono uscito con gratitudine. Grato a Roberto Ritondale, giornalista e autore sempre attento al sociale, che ha avuto l’intuizione – e il coraggio – di raccogliere undici voci narrative e dare vita a un progetto che mancava nel nostro panorama editoriale: una distopia che non si arrende al buio.
Il volume verrà presentato domani, 30 maggio, a Sulmona, e se vi interessano la narrativa di anticipazione, i futuri possibili (e impossibili), ma anche la buona letteratura che interroga il presente, non potete mancare. E vi spiego perché.
Il futurealismo: quando la distopia lascia entrare la luce
Il sottogenere proposto – il futurealismo – è una novità tanto linguistica quanto tematica: un modo per esplorare il futuro, sì, ma non con la classica visione apocalittica à la Orwell o Bradbury. Qui si immagina “un mondo senza” qualcosa di essenziale: mani, amore, libertà, linguaggio, persino relazioni familiari… Eppure ogni racconto, pur muovendosi tra ombre e privazioni, trova la forza (e il guizzo narrativo) per mostrare la resilienza umana, il calore di ciò che resta.
Una coralità sorprendente
Il libro – curato appunto da Ritondale – vede coinvolti autori e autrici dai percorsi diversi: Alessandro Sponzilli, Alessandro Lucarelli, Antonia Guerra, Carlotta Sponzilli, Corrado Pelagotti, Ilde Brun, Luigi Nardi, Mauro Mogliani, Nicola Lupi e Valentina Venti. Undici penne, undici mondi, undici assenze. Ma anche undici possibilità.
Ogni racconto è una lente che ingrandisce una piccola apocalisse personale o collettiva, ma con la sensibilità di chi non cerca l’effetto shock bensì una riflessione. Alcuni testi sono poetici, altri ironici, altri ancora cupi, ma tutti – nessuno escluso – lasciano un seme: “e se succedesse davvero?”
Perché dovreste leggerlo
Perché Un mondo senza è letteratura che pensa. È un laboratorio di idee, scritto bene, pensato meglio, e impaginato con il cuore. E poi perché, diciamolo, ogni tanto abbiamo bisogno di racconti che non ci dicano solo che il futuro fa schifo, ma che ci ricordino che – anche nei momenti più bui – possiamo inventare qualcosa di nuovo.
La presentazione a Sulmona sarà anche occasione per incontrare Valentina Venti (autrice di uno dei racconti) porre domande, scoprire dietro le quinte creativi e magari – perché no – trovare uno spunto per immaginare un mondo con… più consapevolezza.