E pensare che c'era il pensieroHomeIn Evidenza

PIZZOLA E IL “SOGNO” DI SALAZAR

di Luigi Liberatore – “Fieramente soli”. Fu il mito di Antonio de Oliveira Salazar, figlio di contadini, il dittatore che tenne le redini ininterrottamente del Portogallo per  36 anni sull’assunto che potesse esserci un ordine assoluto ma non una libertà assoluta. Un dittatore che non credeva nella autorità della piazza intesa come espressione del libero pensiero. Ho letto poco fa che Mario Pizzola, il leader ambientalista della Valle Peligna, ha rivolto un attestato di ringraziamento ai suoi 157 elettori che lo hanno sostenuto alle elezioni comunali di Sulmona per aver espresso la loro preferenza con “la mente e con il cuore”, liberi insomma “dall’abbraccio ferale dei cacicchi che da troppo tempo condizionano le scelte di Sulmona e del suo comprensorio”. Queste espressioni mi hanno fatto pensare al dittatore Salazar e al suo slogan “fieramente soli”; e ancora di più quel riferimento davvero strano con l’augurio che a palazzo san Francesco possano sedere, come un tempo, agricoltori, operai e artigiani, e non medici, avvocati e commercialisti il cui merito possa semmai risiedere nell’avere tanti clienti. Si può essere travolti da insani pensieri sull’onda del successo, come da un senso di euforia solipsistica per la sconfitta. Ho rispetto per Mario Pizzola non foss’altro per le battaglie combattute in solitudine contro le costrizioni del potere, ma in questa circostanza devo dire che sta deragliando. A Sulmona ha deciso il popolo, l’elettorato, votando liberamente i propri rappresentanti o coloro che a insindacabile giudizio potessero incarnare le proprie aspirazioni o idee, così come ha deciso di relegare in un angolino Pizzola e i suoi. Ha vinto la Destra, e allora? Possiamo essere d’accordo che non ci piace come prospettiva di governo, ma non per questo bisogna parlare di “occupazione del potere grazie al posizionamento di truppe fidelizzate secondo quella logica”. Ha vinto la libertà, caro Pizzola, quella libertà che non ha confini o limiti per cui tu e 157 adepti siete pure liberi di dire che il resto dell’elettorato reagisce o si schiera secondo gli ordini dei capibastone, affermazione semmai dettata nell’enfasi del vuoto rappresentativo in cui siete relegati. Ho inteso che la tua speranza risieda nel fatto che un giorno possano sedere sui banchi di Palazzo San Francesco un agricoltore, un operaio o un artigiano. Non è che di questo passo tu ti stia innamorando del sistema delle corporazioni e stia viaggiando verso quel “fieramente soli” di salazariana memoria? E’ la democrazia, caro Pizzola. E a Sulmona, come dovunque, va rispettata e con essa tutti gli elettori i quali votano col cuore… e con la ragione!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *