E pensare che c'era il pensieroHomeIn Evidenza

SULMONA IN TOGA, MA IN FEZ PROPRIO NO!

di Luigi Liberatore – L’esito delle vicende elettorali si annusano, al di là dei fattori in gioco siano essi pochi o tanti. Spesso sono i dettagli ad annunciare l’esito finale perché nei dettagli si annidano gli aspetti o certe ragioni che solo i pessimisti sono in grado di cogliere. Non mi sono mai spiegato, tuttavia, se sia una qualità quella di afferrare un risultato da sensazioni volatili, oppure un difetto che nel darti ragione ti rende amara l’esistenza. Da analista pessimista porto su di me il peso del dubbio. Un primo scossone l’ho provato quando ho saputo che Angelo Figorilli non era iscritto nelle liste elettorali di Sulmona. E già allora ho pensato che la circostanza avesse un peso negativo al di là del fatto che lui personalmente e la sua lista dovessero fare a meno di un voto. Un voto, poi…! Eh, no. Chi vuoi che ti voti se tu stesso non possa farlo? Era un segno, poco appariscente, ma un segno che definisco morente e che in qualche maniera delinea la gente di sinistra, mica i ferrovieri o i metalmeccanici, ma quelli che col giornale sottobraccio e la sciarpa dicono di lottare per quelli che indossano la tuta. Pensatela a vostro modo, ma Figorilli ha avuto tutto il tempo per portare la residenza a Sulmona, votare e dare un segnale che non fosse solo quello di abilità dialettica, buona, semmai, per circoli intellettuali. Voglio andare al venerdì sera. Lì ho capito che la sinistra non fosse penetrata nel cuore dei Sulmonesi, che Angelo Figorilli non ce l’avrebbe fatta perché non aveva scavato solchi negli animi, non aveva suscitato sentimenti forti, come tutti gli altri in fondo, manco nel comizio finale in quella piazza dove con Bruno Di Masci o Franco La Civita l’adrenalina si distribuiva a secchiate. Ha vinto Luca Tirabassi, il compassato presidente dell’Ordine degli avvocati di Sulmona, che non ha nemmeno provato a sfidare la piazza, affidandosi al sistema, alla organizzazione, all’apparato, insomma, che fa riferimento a Fratelli d’Italia la cui lista è risultata plebiscitaria. Ha vinto l’avvocato Luca Tirabassi senza avventurarsi in dispute politiche impegnative che avrebbero semmai provato la povertà generale degli aspiranti e in qualche maniera perfino l’indifferenza dell’elettorato che rispetto a quattro anni fa è andata aumentando. Sulmona indossa la toga col nuovo sindaco che a meno di decisioni intervenute nell’ultima ora non appare deciso a lasciare la presidenza dell’Ordine degli avvocati, dopo aver più volte promesso che l’avrebbe fatto subito dopo essere eletto per dedicarsi anima e corpo al Comune. La città scopre il Fez? Non direi. Quel copricapo di colore nero, tanto caro agli Arditi della prima guerra mondiale, non potrà mai essere il segno distintivo di Sulmona. La città se lo ritrova in testa quasi non volendo, perché al passo dell’oca preferisce sempre lo struscio!   

3 commenti riguardo “SULMONA IN TOGA, MA IN FEZ PROPRIO NO!

  • E si, ma se la voce dell’urna è questa, mi tolgo tanto di fez a questa destra che sa come destreggiarsi. La sinistra? Mi sa tanto di un gruppetto che segue un cavallo giallo, e pensare che quando si unisce è tutta un’altra suonata. Questa è la democrazia ma finché ci saranno i “distinguo” a dividere la sinistra so fez amari.

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  • Mi sa che co sto fascismo siete un po’ troppo fissati!! A Sulmona ci sono bravi psicoterapeuti!!

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    • Ma dove ha letto FASCISMO?
      Forse deve fare altre sessioni di terapia, ma con uno più bravo!

      Risposta

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