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QUATTRO CANDIDATI CON IL CUORE TENERO

di Massimo DI PaoloUna serata indimenticabile quella di ieri sera almeno per molti. Soprattutto per chi porta ancora ricordi e nostalgie per i comizi fatti con il cuore e la passione della politica che abbracciava la gente. La commozione di Bruno Di Masci e la partecipata attenzione di Franco La Civita declinavano ieri sera, a Piazza Venti, gli anni passati e una Sulmona trascorsa che cerca ancora oggi, con affanno, un percorso di transizione. Non c’era certo il clima del Maracanà dei mondiali del ’50 ieri sera a Sulmona, neppure nei quattro momenti dove i candidati a sindaco hanno, di fatto, finito la campagna elettorale 2025. È stata una serata di chiusura a partecipazione ridotta pur con i dovuti distinguo. Ben lontane le piazze stracolme delle elezioni comunali di altri tempi. I più attenti hanno sentito quel filo di malinconia che aleggiava anche tra gli aficionado. I continui fallimenti amministrativi hanno reso tutti più cauti, nonostante gli applausi e gli abbracci conclusivi, quasi di liberazione per chi ha portato a termine il compito. Tutti intimamente sentivano il timore della polverizzazione del voto e della diserzione dalle urne; ma forse anche una minore carica emozionale, una sorta di perdita di significatività per le ennesime elezioni comunali. La verità è che, candidati e non, sanno che non sarà facile. Ancora una volta non sarà facile: per nessuno. Le promesse, i sogni, le filiere hanno già ripetutamente subito gli effetti di quella stagnazione che ha avvolto negli anni Sulmona. Comunque il grosso è stato fatto resta poco per il voto; ora spetta a loro, ai “santini”,distribuiti da tutti i candidati con la scritta: ricordati di me!

Piazza Grande: Nicola Di Ianni, candidato a sindaco dalla lista unica. Ci ha ricordato il rigore battuto da Giuseppe Meazza ai mondiali del ‘38 con i pantaloncini rotti che gli scendevano sulle caviglie. Allora Peppino calciò ugualmente e fu gol.  Un trattato sulla metafisica della fiducia in sé stessiquella narrata da Nicola. Chapeau per quello che ha detto, per i rimandi, per i principi e soprattutto per il coraggio.

Piazza Venti: Catia Puglielli e Angelo Figorilli pronti per le alleanze da ballottaggio. Le due sinistre in piazza. La Sinistra popolare con un non so che di antico che fa pensare a Berlinguer dinanzi i cancelli della Fiat nel 1980, che guarda il disagio minuto, nascosto, che sa riconoscere le differenze; che alza la voce per passione e per smarrimento dinanzi ai bisogni dei meno fortunati che   accoglie rendendoli importanti. La Sinistra che sa scendere nei quartieri dalle case umili che parla delle Scuole tutte, dei giovani tutti; delle povertà e dei diritti negati ai più, delle sopravvivenze e del vivere comune. Ecco: soprattutto del vivere comune. Poi il turno dell’apparato. Della Sinistra colta, borghese, bella, attraente. Giusta anche davanti ai fallimenti, alle occasioni perse, alle rimozioni ingiustificabili. Ricca di quel pensiero critico adatto a storytelling che aggregano, fanno rappresentare il mondo ideale, lo rendono quasi vero e accessibile a tutti. È la sinistra che incanta, che addolcisce che unisce. Magnifica la narrazione di Angelo Figorilli di ampio respiro e di nutrito spessore. Un momento di sogno appunto. Deep beauty per i pensieri e le narrazioni di grande simbologia che hanno fatto immaginare come potrebbe essere il nostro vivere a Sulmona. Potrebbe essere: manca il come. Il come che una buona squadra potrebbe mettere in cantiere. Bravo per aver saputo contenere spunti di divismo a favore di una emozionante autenticità.

Palazzo San Francesco: stessa ora temi diversi. Luca Tirabassi fa la sintesi con stile e contenuti diversi. La chiusura degli spazi hanno negato per l’ennesima volta quell’apertura e quel respiro necessario e utile per mandare un messaggio aggregativo, sano, di vicinanza alla Città. Il cortile di palazzo ha coartato un pubblico che è apparso di rappresentanza come quasi tutto quello che si è preferito in campagna elettorale. Un peccato aver perso un momento importante per poter parlare in via diretta e autentica. Gli obiettivi e la determinazione certamente condivisibili meno la dipendenza da poteri esterni che hanno coperto di opacità ogni buona intenzione.  

Ora non resta che andare al voto, aspettare e poi indossare tutti un pezzettino di responsabilità e renderla condivisa, per Sulmona nostra.

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