
LA STRADA APPENNINICA L’AQUILA-AMATRICE- ASCOLI: L’UTOPIA DEL SOCIALISTI DI FINE 1800 E I CUCULI DI OGGI
COPPITO – Era la fine del 1800, i socialisti di Sulmona (per lo più ferrovieri), di Coppito (Parecchi con origini marchigiane) e di Arischia (popolo di origini saracene), si riunivano a Poppletum, in uno scantinato buio. Al lume di candela, in quel pensatoio tirarono fuori l’idea di proporre la costruzione della ferrovia che dall’Aquila arrivasse ad Amatrice per raggiungere da lì Ascoli Piceno e da Ascoli il mare. Eccola l’utopia dei socialisti di fine ‘800, raccontata dai giornali dell’epoca, invisa e irrisa dai borghesi, dai nobili e dai potenti del tempo. I nostri eroi: ferrovieri, bracciati, pastori, muratori, artigiani e scardassieri, sognavano con la strada ferrata di solcare l’appennino centrale e liberare le aree interne dall’isolamento. Poi arrivò il fascismo e quella classe operaia venne carcerata, deportata, licenziata se non avesse giurato fede alla dittatura e al dittatore. E l’idea entrò in sonno, mentre morivano a milioni gli italiani in guerra per dotare il fascio di un impero di cartone. Tornando ad oggi, quando il presidente della Regione Marsilio dichiara di aver tolto il tappo al comprensorio dell’Aquila, mi vengono in mente i suoi tre mari, le gitarelle fuori porta in Spagna con un codazzo di sodali, le tasse aggiuntive e salate per pagare debiti della sanità e i lavoratori che rischiano di perdere il posto. E penso anche a quelle repressioni subite ad opera dei fascisti dagli utopisti socialisti, che non hanno mai abbandonato, neanche sotto dittatura, l’idea di liberarsi dalla solitudine dei monti e realizzare quella via appenninica che avrebbe unito l’Abruzzo aquilano al Lazio e alla terra marchigiana. In tempi recenti ricordo un giovanissimo consigliere regionale fare lo sciopero della fame per quel tracciato di libertà. Si chiama Pierpaolo Pietrucci da Cesaproba di Montereale. E con lui i primi cittadini di Pizzoli, Barete, Cagnano, Montereale, Capitignano. Costoro, gli autentici realizzatori della L’Aquila-Amatrice, all’inaugurazione di quel tunnel tra Cavallari di Pizzoli e Marana di Montereale non sono stati invitati. Ma c’era il sindaco dell’Aquila che di quel tracciato (come del resto Marsilio), non so se ne sia mai occupato. Piaccia o no, questa la cronaca. Questa la realtà dei fatti.
Giosafat Capulli