
ANDREA GEROSOLIMO E MARIANNA SCOCCIA: STORIA (QUASI) DIVINA DI UNA COPPIA DA PRIMA REPUBBLICA IN SALSA PELIGNA
di Claudio Lattanzio – C’erano una volta… no, anzi: ci sono ancora Andrea Gerosolimo e Marianna Scoccia, il duo politico più longevo, affiatato e, diciamolo pure, scenografico della Valle Peligna. Marito e moglie nella vita, ma soprattutto compagni di campagna elettorale in ogni angolo di Sulmona, questi due hanno trasformato la politica locale in una forma d’arte, a metà tra Cirque du Soleil e House of Cards con accento abruzzese.
Le loro campagne elettorali hanno qualcosa di mistico: sale convegno da 200 posti che magicamente si riempiono di 1000 anime, con buona pace delle norme antincendio e delle leggi della fisica. I loro eventi sembrano più feste gitane che comizi politici, con promesse che farebbero impallidire anche i maghi di Teleshopping: posti di lavoro, strade nuove come appena asfaltate da Dio in persona, musei riaperti e biblioteche che, dopo anni di oblio, ritrovano luce e scaffali.
Ma il miracolo più grande, raccontano le cronache, resta la compattezza di voto dell’intera comunità rom locale. Tant’è che l’ex consigliere comunale Franco Di Rocco, attualmente membro della segreteria politica di Marianna Scoccia in consiglio regionale e candidato nella lista Noi Moderati, è già dato come prossimo presidente del consiglio comunale. Sarebbe sicuramente un bel colpo per la comunità rom locale sulla strada dell’integrazione.
Andrea, l’uomo che sussurrava ai sindaci (prima di farli cadere)
Gerosolimo non è un politico. È un’intera saga politica. Dai tempi di Pietro Centofanti (che prima ha sostenuto e poi affossato con un colpo di penna più letale di una mozione di sfiducia), passando per Franco La Civita, fino alle cadute di Ranalli e Di Piero, Andrea ha collezionato più “crisi di maggioranza” che campagne elettorali. A dire il vero ci ha provato anche con Annamaria Casini, il primo e finora unico sindaco donna di Sulmona che lui aveva sostenuto e fatto eleggere. Con lei gli è andata male. Ma se a Sulmona piove, c’è chi giura che lui abbia staccato le nuvole per motivi strategici.
Ha attraversato sigle politiche come un collezionista di figurine Panini: Margherita, Centrosinistra, Centrodestra, civiche, civichissime e quelle “così tanto civiche” da sembrare parrocchiali. Il suo vero talento? Non tanto vincere le elezioni (anche quello), ma decidere chi può governare. E per quanto.
Accanto a lui, sempre elegantemente presente ma politicamente autonoma (almeno sulla carta), Marianna Scoccia ha fatto carriera senza mai rinnegare la regia familiare. In consiglio comunale, in Regione: se c’è una campagna elettorale, c’è lei; se c’è un incarico da coprire, c’è lei; se c’è da tenere in equilibrio promesse e aspettative, indovinate chi c’è?
Il nuovo obiettivo è ormai palese: Montecitorio o Palazzo Madama. Del resto, dopo aver governato (o fatto cadere) tutto ciò che si poteva governare (o far cadere) da Popoli a Roccaraso passando per la Valle Subequana, che altro resta? La conquista della Capitale sembra il naturale punto di arrivo per una coppia che ha fatto della politica una vocazione, un’impresa familiare, e probabilmente anche un hobby per i weekend.
Oggi, alla vigilia delle elezioni comunali, Luca Tirabassi, candidato sindaco sostenuto dalle liste “Noi Moderati” e “Sulmona al Centro” (entrambe riconducibili all’asse Gerosolimo-Scoccia), si prepara a una possibile vittoria. Ma la storia recente della città dovrebbe offrire più di uno spunto di riflessione: l’appoggio di Andrea Gerosolimo ha spesso rappresentato una formidabile leva elettorale in fase di voto, ma altrettanto frequentemente ha anticipato fratture politiche e interruzioni di mandato.
Chiunque conosca la storia politica di Sulmona sa che governare con il sostegno di Gerosolimo significa camminare su un crinale sottile, dove l’equilibrio può venire meno al primo attrito interno. Un eventuale sindaco Tirabassi dovrà dunque considerare questa variabile gerosolimiana con grande attenzione, se vorrà arrivare indenne al 2027, quando lo scenario politico nazionale – e forse anche le ambizioni della coppia – si sposteranno verso Roma.
Alla fine, Andrea e Marianna non sono semplicemente una coppia politica. Sono una saga, un esperimento di democrazia peligna a metà tra il feuilleton e la trilogia politica. A ogni elezione risorgono, rilanciano, promettono, e – incredibilmente – funziona. Perché in fondo, in una città dove i musei si aprono a comando e i comizi sfidano la fisica, la vera magia è che tutto questo sia ancora possibile. E forse, a modo loro, sono proprio quello che Sulmona si merita: una fiction vivente, tutta da seguire. In prima serata. E rigorosamente in famiglia.
Gli Scogerò, come i Ferragnez?
Però hai ragione Clá, ce li meritiamo!
Mah! Sulmona ha tante buche, chissà…
Davvero un bell’editoriale. La narrazione è ineccepibile.
Aggiungerei e sottolinierei che il vero punto critico è l’atteggiamento del cittadino/elettore che, mi creda Lattanzio, sa esattamente come stanno le cose e sa che stanno come lei le ha narrate.
Lo sa anche per la politica nazionale. Ma la disperazione Familiare e la mancanza di prospettive o di visioni alternative, lo induce a scegliere per un “pezzo di pane” subito piuttosto che “eventuali” anni di dignità futura.
Siamo nel periodo che un domani la storia riassumerà in “decadimento dei costumi”… che brutto periodo!
Verranno tempi migliori, basta saper votare domenica lunedì. Per un volto nuovo per dare una svolta.
Mi sembri un po’ geloso e Sulmona si meriterà quelli che voterà.
Comunque bravo ad aver informato gli elettori ignari di queste peculiarità Peligne.
È solo politica maleodorante e fallimentare che ha dato ben poco a Sulmona ma ha rovinato ambiente e prospettive.
Quando e se arriveranno a Roma, avranno a che fare con veri malviventi e approfittatori, eletti dai non votanti.
Questa storia delle presunta gelosia francamente ha stancato.
Ogni singola presa di posizione, idea, considerazione nella storia a partire da Neanderthal ai giorni nostri può sempre esser letta come “gelosia”, ed è stata una abile mossa del nostro ex presidente del consiglio pubblicitario introdurla nel dibattito politico.
Ogni riflessione può essere sempre letta come gelosia… e non solo in politica!
Una Idea contraria o diversa è gelosia. Quindi a parer suo ogni considerazione sarebbe inutile in quanto tale ?
Dopodiché, nella seconda parte del suo commento mi ritrovo appieno… e lo sostengo.
Purtroppo questa è la realtà di Sulmona, storico illusionismo professionale per un posto in una partecipata (tutte con i bilanci in brache di mutande e almeno su questo non vi è dubbio) spolpate sempre a spese dei contribuenti e mai a spese loro , già manager di se stessi hanno innate capacità di reclutamento da far invia ai top manager delle più blasonate multinazionali.
Giovani ingenui e intere famiglie anziose alla ricerca di un futuro a cui deve andare tutta la solidarietà di una intera comunità che non riesce, oramai da tempo , da troppo tempo a dare risposte concrete a dare una speranza per un futuro a Sulmona
Mi sembra uno spettacolo circense dove tra acrobati, ballerini e animali hanno spazio anche i clown che, ben che vada, fanno ridere
In molti casi assumono le sembianze di pierrots con una lacrima sul visto e tutta la loro tristezza