L'Aquila Capoluogo

LE DONNE SONO SEMPRE STATE ESSERI SPECIALI E LOTTANO DA SECOLI PER LA LORO COMPLETA EMANCIPAZIONE DAL PATRIARCATO

COPPITO – Nel 1607, a Colonia, nasce una bambina destinata a cambiare le regole senza fare rumore.
Si chiamava Anna Maria van Schurman. A tre anni leggeva già. A undici citava Seneca in latino. Non si fermò più: imparò l’ebraico, l’arabo, l’aramaico. Studiò teologia, matematica, astronomia e arte.
In un’epoca in cui le donne dovevano solo sposarsi, ricamare e stare zitte, lei aveva un padre che credeva nel suo talento. E anche gli studiosi se ne accorsero. Quando si trasferì a Utrecht, attirò l’attenzione dell’università. Le donne non potevano partecipare alle lezioni, ma le concessero un compromesso: poteva ascoltare… nascosta dietro una tenda, per non “distrarre” gli uomini. Lei accettò. E imparò tutto.
Poi scrisse qualcosa che fece il giro d’Europa: una tesi in latino in cui difendeva il diritto delle donne a studiare come gli uomini. Persino Cartesio la lesse. Le lettere arrivavano da ogni parte. E Anna? Divenne la voce di tutte le ragazze a cui era stato detto di stare zitte.
Scelse la filosofia e la fede, vivendo in una comunità radicale dove le donne erano davvero pari agli uomini. Qualcuno la chiamò ingenua. Lei non si fermò mai.
Anna Maria van Schurman non fu solo la “Stella di Utrecht”. Fu mente, arte, coraggio. E ci ricorda che non tutti i soffitti di vetro si rompono con un boato. A volte, si incrinano con un lampo di genio.

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