L'Aquila Capoluogo

INTERCETTAZIONI A L’AQUILA IN CUI SI PARLA DI ELIMINARE UN ISPETTORE DI POLIZIA E UN MAGISTRATO: LA MAFIA SI PRESENTA SEMPRE CON DROGA, PROSTITUZIONE E INFILTRAZIONE NEGLI APPALTI

L’AQUILA – Intercettazioni in cui si parla di eliminare un ispettore di polizia e un magistrato. Fiumi di cocaina che hanno invaso tutto il comprensorio aquilano. Un pullulare di quelle che una volta si chiamavano “Case Chiuse”. Bande di giovani che si accoltellano per strada. In sintesi gli elementi chiave per sospettare che le mafie e i metodi mafiosi sono tra noi. Chi ha letto i saggi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sa bene di cosa sto parlando. Vale a dire delle tecniche che utilizzano le mafie per occupare sia economicamente, che socialmente e culturalmente un territorio. E il caso di Sulmona ci sia di monito. Gli elementi sono sempre gli stessi in ogni parte del mondo dove operano camorra, ndrangheta, mafia e sacra corona unita. La droga a fiumi serve per fare cassa e devastare socialmente un territorio, colpendo la fascia più giovane della popolazione. La prostituzione, come servizio ai propri affiliati operanti sul territorio da conquistare e incassare denaro. Infiltrarsi negli appalti della ricostruzione per riciclare denaro sporco. Quelle intercettazioni ci dicono molto di cosa realmente stia accadendo nel nostro comprensorio. Al magistrato e all’ispettore di polizia messi nel mirino, la piena solidarietà della nostra testata giornalistica. Come corpo sociale, vediamo di attrezzarci per combattere il pericolosissimo tumore  delle organizzazioni mafiose. Noi di reteabruzzo saremo in prima fila.

Giosafat Capulli

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