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SULMONA, TENTATO SCASSO NELLA PALAZZINA ATER SGOMBERATA: FAMIGLIE ANCORA SENZA CASA E BENI SEQUESTRATI

SULMONA – Un tentativo di effrazione è stato segnalato questa mattina nella palazzina Ater di via Aldo Moro, a Sulmona, sgomberata l’11 aprile scorso su ordine del commissario straordinario del Comune, Ernesta D’Alessio, per presunti rischi legati alla vulnerabilità sismica dell’edificio.

A fare la scoperta è stato Concezio Agostinelli, figlio di una delle inquiline, che ha notato segni di scasso sul portone d’ingresso e ha immediatamente allertato le forze dell’ordine. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Sulmona, gli agenti della polizia locale, i vigili del fuoco e i tecnici dell’Ater, proprietaria dell’immobile.

Dato che la palazzina è stata dichiarata “fragile” sotto il profilo sismico, i vigili del fuoco hanno eseguito un sopralluogo per verificare eventuali danni o accessi non autorizzati. Al termine dell’ispezione non sono emerse ulteriori effrazioni, ma il sospetto di un tentativo di intrusione resta concreto, secondo quanto riferito dagli inquirenti. È al vaglio la testimonianza di un residente che avrebbe notato movimenti sospetti nei pressi dell’edificio e avvertito i proprietari.

Nel frattempo, le cinque famiglie sgomberate vivono ancora in albergo, senza poter accedere ai propri beni rimasti all’interno degli appartamenti. “I nostri mobili, effetti personali e persino medicinali sono ancora lì, sequestrati, e non possiamo recuperarli”, denuncia Agostinelli, visibilmente amareggiato per la situazione di stallo.

L’ordinanza di sgombero era stata emessa in base a una prima perizia tecnica commissionata dall’Ater su 35 immobili del suo patrimonio. Tuttavia, una seconda perizia tecnica, che avrebbe ridimensionato le criticità evidenziate nel primo accertamento, è stata completamente ignorata. Una scelta che ha generato forti polemiche e ha spinto i proprietari, assistiti dall’avvocato Mauro Sciullo, a impugnare l’ordinanza al TAR Abruzzo.

Secondo quanto previsto nel provvedimento commissariale, i lavori di messa in sicurezza avrebbero dovuto iniziare entro 45 giorni, scadenza ormai superata. Al momento, però, nessun intervento è partito e la situazione appare completamente ferma.

Alla richiesta di chiarimenti, i tecnici Ater si sono allontanati senza rilasciare dichiarazioni, evitando anche il confronto con i giornalisti accorsi sul posto.

Una vicenda sempre più intricata, che lascia nel limbo cinque nuclei familiari, privati della casa, dei propri beni e – a quanto pare – anche della verità.

 

 

 

 

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