
ABUSI SESSUALI SU RAGAZZINE MINORENNI: LO SDEGNO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE DOCENTI DEI DIRITTI UMANI
L’AQUILA – Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime sdegno e profonda
preoccupazione in merito alla gravissima vicenda che coinvolge un docente di un liceo di
Civitavecchia, accusato di abusi sessuali nei confronti di studentesse minorenni, e altri colleghi
indagati per non essere intervenuti di fronte a simili condotte. I fatti, oggetto di un’indagine attenta
e accurata condotta dalla Procura di Civitavecchia e dai Carabinieri, delineano un quadro di
violenza, omertà e tradimento dell’essenza stessa dell’educazione scolastica.
È inaccettabile che in un contesto che dovrebbe rappresentare un luogo sicuro per la crescita
personale e culturale degli adolescenti si siano consumati atti tanto gravi, che violano l’integrità
fisica, psicologica e morale delle ragazze coinvolte. Le giovani vittime, tutte tra i 16 e i 17 anni, si
sono trovate in una posizione di estrema vulnerabilità, aggredite non solo da gesti fisici, ma da un
clima di intimidazione e sopraffazione, in parte alimentato anche dal silenzio di chi, pur presente, ha
scelto di non vedere, di non intervenire, di non denunciare.
Il CNDDU desidera esprimere la propria totale solidarietà e vicinanza alle studentesse che, con
coraggio e lucidità, hanno avuto la forza di raccontare l’orrore subito. Le loro voci hanno permesso
di far emergere una verità che non può essere ignorata né minimizzata. È proprio grazie a quel
primo atto di denuncia, avvenuto a gennaio, che è stato possibile avviare le indagini e raccogliere
numerosi elementi probatori che confermano la sistematicità e la gravità delle condotte attribuite al
docente arrestato.
In una scuola sana, la relazione educativa si fonda sul rispetto, sull’ascolto e sulla protezione. Chi
abusa della propria posizione per esercitare potere e violenza distrugge non solo la fiducia delle
vittime, ma mina anche la credibilità dell’intero sistema scolastico. Ancora più allarmante è la
posizione dei colleghi coinvolti, che secondo le indagini non sarebbero intervenuti nemmeno di
fronte ad atti espliciti e inaccettabili, compiuti durante una gita scolastica. Tale omissione
rappresenta una responsabilità etica e professionale gravissima, che va oltre il reato ipotizzato: è un
tradimento del patto educativo che ciascun docente sottoscrive con ogni singolo studente.
Il CNDDU ribadisce con forza che nella scuola non può esserci spazio per la violenza né per il
silenzio complice. È urgente rafforzare la formazione obbligatoria per tutto il personale scolastico
su tematiche legate alla tutela dei minori, alla prevenzione degli abusi, all’educazione al rispetto e
alla cultura dei diritti umani. Allo stesso tempo, va garantita la presenza di sportelli di ascolto e
sostegno psicologico, strutture in grado di offrire un canale sicuro e protetto per le vittime e per
chiunque assista a comportamenti inappropriati. Bisogna anche pretendere l’attivazione immediata
di protocolli interni che rendano effettivo il dovere di segnalazione e intervento, eliminando ogni
zona grigia di responsabilità.
La scuola ha il dovere di essere presidio di legalità, di equità e di tutela. Non può e non deve
diventare mai più il teatro dell’impunità e dell’indifferenza. Chi insegna è chiamato a coltivare il
futuro, non a distruggerlo.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU