
GIRO D’ITALIA: L’INDECENTE SPOT DELLA SNAM SULL’ AREA DEVASTATA DI CASE PENTE
di Mario Pizzola – Indecente. Non troviamo altra parola per definire quello che ieri è andato in onda nel momento in cui il Giro d’Italia è passato a Sulmona davanti a Case Pente. Le telecamere della Rai hanno inquadrato – per caso? – un cantiere che appariva impeccabile, con gli operai tutti rigorosamente con le loro casacche gialle e tutti dotati dell’obbligatorio elmetto da lavoro che, festanti, salutavano i “girini”.
Disegnata a terra una gigantesca bicicletta e la scritta “W il Giro “. Ben visibile, in primo piano, il nome della multinazionale tedesca che, per conto della Snam, sta costruendo la centrale di compressione. Non c’è che dire: uno spot in piena regola, che ha mostrato agli italiani come deve essere un cantiere modello, perfettamente in ordine, e carico di entusiasmo nei confronti di uno degli sport nazionali più amati.
Peccato che quella scritta era incompleta perché, dopo “W il giro” doveva seguire “abbasso l’ambiente e la storia della Valle Peligna”. Il volto nascosto di quello spot è, infatti, un’area totalmente sventrata e devastata dalle gigantesche ruspe della Snam che, pur di realizzare un’opera che non serve a nessuno, hanno cancellato per sempre le tracce lasciate da un popolo che viveva in questa valle fin da 4200 anni fa.
Il volto nascosto di quello spot è un’area resa libera da organi dello Stato per essere aggredita dal cemento e che in tempi antichissimi era ritenuta sacra dai nostri avi perché ospitava due necropoli, che oggi non ci sono più. Il volto nascosto di quello spot è un paesaggio massacrato – che gli italiani che seguivano il Giro non hanno visto e non vedranno mai – in un territorio che è il crocevia del sistema dei Parchi abruzzesi e che potrebbe essere una delle capitali, se non la capitale, della natura protetta in Italia.
Il volto nascosto di quello spot è un cantiere illegale – vero, Snam? – che non poteva aprire perché non ha adempiuto alle prescrizioni ante operam dettate dal decreto VIA quale condizione fondamentale per l’avvio dei lavori. Il volto nascosto di quello spot è un cantiere illegale che continua ad andare avanti nonostante che l’autorizzazione a costruire sia scaduta il 7 marzo 2023 e mai più prorogata. Il volto nascosto di quello spot è costituito da lavori iniziati prima che siano state concluse le indagini di archeologia preventiva.
Il volto nascosto di quello spot é quello degli esposti che su queste illegalità abbiamo presentato da molto tempo e dei quali non si è saputo più nulla. La Procura della Repubblica ci dica, dopo due anni, qual’é il loro esito. Essi sono infondati? E allora, che vengano archiviati. Hanno invece un fondamento? E allora che si proceda.
Signori cercate di dividere le cose…gli operai di un impresa, cosa c’entrano con le beghe burocratiche e di protesta di alcuni facinorosi, anche loro hanno il diritto di esultare per un evento sportivo di caratura internazionale a prescindere dal luogo dove vengono impiegati a lavorare….si chiama libertà di pensiero.
La Snam ha cancellato un villaggio preistorico e ha costruito un cantiere su cui pesano gravi dubbi di legalità. Lo ha potuto fare perché nel nostro paese, da tempo e in modo progressivo, la democrazia non funziona più granché e quando questo accade vince il più forte, non chi ha ragione. Lei parla di “facinorosi’ , termine che significa “violento “, “rubelle “. Ma siccome la gente dei comitati di Sulmona è tutto fuorché “facinorosa”, lei commenta con (estrema) superficialità (e ci sta, visto che è uno spettatore), senza curarsi di gettare il discredito su chi difende il proprio territorio e la propria esistenza da questa prepotente occupazione. A meno che non sia proprio questa la sta intenzione
Signor Aldo ma lei fin quando la SNAM non iniziava questi lavori…era a conoscenza che in quel posto esistesse un villaggio interrato…??? Non solo ma le leggi e le sentenze non si possono condividere ma vanno rispettate…!!!Perché per democrazia significa rispettare anche il modo di condividere l’entusiasmo di chi lavora in un cantiere…a prescindere dai problemi che non sono propri dei dipendenti. Inoltre ma vi rendete conto che non riuscite ad avere una stabilità amministrativa comunale per affrontare le varie problematiche tecnico/amministrative/economiche di una comunità…e lei parla di comitati….!!!!
Sono uno dei tecnici di quel cantiere, con mio sommo rammarico devo constatare le inesattezze contenute nell’articolo, la mia passione per la bici e quella di altri miei colleghi ci ha portato a realizzare quella scritta con sacchi di sabbia ( circa 800 riempiti a mano dal sottoscritto e altri 5 colleghi ) era il nostro modo di omaggiare il giro e credo sia stato anche uno spot per Sulmona, il resto sono chiacchiere…saluti
Sarebbe bastato esporre un paio di bandiere azzeccate e …voila,le telecamere sarebbero state rivolte altrove.
Chissà come mai non hanno fatto qualche cosa di simile alla discarica Cogesa.