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ANGELO DE ANGELIS: QUANDO DALLO SCRIGNO DEI RICORDI ESCONO STORIE DA CALENDARIO

di Angelo de Angelis
L’AQUILA – Mi incuriosisco e vado a frugare nell’archivio per vedere cosa il freddo algoritmo ha scovato.
Avevo appena iniziato a postare storie di miei ricordi, e mi aspetto di rileggerne una. Invece no: è un tag di mia cugina Cesira che, solleticata da quello che scrivevo, ha dato fondo ad alcuni, bellissimi suoi ricordi.
Rileggo con voracità le sue parole e di nuovo mi commuovo, come mi sono commosso un lustro fa’ nel conoscere brandelli di vite prima a me ignoti, ma che appartengono anche a me, come appartengono a Cesira.
Che strano, allora nessun mio like, nessun mio commento alla tenera storia di un amore di centotrenta anni fa: la storia d’amore di mio nonno Angelo e di mia nonna Cesira, di due vite che hanno lasciato questo nostro piccolo mondo prima della metà del secolo scorso senza che nessuno di noi nipoti abbia potuto conoscerli.
Rimedio oggi a quella mia mancanza, riportando di seguito le parole di Cesira.
Grazie cuginetta!
“Galeotto fu il libro… per Paolo e Francesca e anche in questo racconto lo fu….
…È nelle mani di un bel giovane, spalle larghe e occhi chiari, in una chiesa paesana. Il libro degli Uffizi religiosi della famiglia ora appartiene a lui: prima era del padre, poi è stato del fratello maggiore.
La ragazza, garbata nei modi e dagli occhi tondi, dritta come un fuso, è bella, veramente bella. Ha al suo fianco, e lo avrà finché vivrà, l’anziano padre.
Gli occhi dei paesani sono puntati su di lei. È da poco tornata dall’Aquila, dopo la morte della mamma Annunziata. È diversa: la pelle chiara e i modi gentili. E’ stata istruita dalle suore in un collegio della città.
Lei è attirata dal giovane con il libro, lo osserva timidamente.
Tra tutti i giovanotti, proprio quello con il libro delle preghiere sembra il più affidabile, lei pensa. Le lodi sono in latino, da seguire e da leggere: è istruito, lei intuisce.
Quell’oggetto così piccolo, da entrare nel palmo di una mano o in una tasca di giacca, diventa un intermediario amoroso…
Lei si affida a quel libro: ne coglie un segno del destino, una promessa di una nuova vita e di serenità.
Un libro si legge per se stessi; un libro va riflettuto, meditato e donato nel racconto: è segno di amore verso sé e gli altri.
Un libro di preghiere è il collante della famiglia, è il sostegno a cui ci si appoggia al mattino per arrivare a sera: è segno di un animo gentile e disponibile.
Lui si aggrappa a quel libro: è la garanzia del rispetto, la possibilità di un amore.
E così Angelo, figlio di Luigi De Angelis di Santa Maria, e Cesira Maria, figlia di Domenico Federici da Vigliano, iniziarono la loro vita insieme il 14 febbraio del 1901 a Santa Maria. Furono i genitori di mio padre, i miei nonni.
Cesira”

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