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TRIBUNALI ABRUZZESI, IL PD ATTACCA IL GOVERNO: “SULLA PROROGA SOLO PROMESSE E PRESE IN GIRO”

Continuano le tensioni politiche attorno al destino dei tribunali abruzzesi di Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano. Il Partito Democratico, insieme al Movimento 5 Stelle, torna all’attacco contro il Governo, accusandolo di una gestione inconcludente e dilatoria della questione. Al centro delle polemiche, l’ennesimo rinvio della proroga per il mantenimento in attività dei tribunali, ora rimandata a luglio, secondo quanto annunciato dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio.

«Un’altra promessa vaga, un altro rinvio: è evidente a tutti che si tratta solo di una manovra per superare le elezioni e lasciare ancora una volta tutto sospeso», dichiarano congiuntamente il senatore del PD Michele Fina e la senatrice del M5S Gabriella Di Girolamo.

La ricostruzione dei due parlamentari è chiara e dura: «Prima la nostra proposta di proroga è stata bocciata perché – ci è stato detto – era in arrivo una riforma della geografia giudiziaria. Poi della riforma si è persa ogni traccia. Successivamente è stata annunciata una proroga tecnica da inserire in un decreto urgente, ma anche questa è svanita nel nulla. Ora si parla di luglio, troppo tardi e troppo poco credibile».

Secondo Fina e Di Girolamo, il Governo avrebbe avuto tutto il tempo per intervenire. «Da gennaio a oggi il Consiglio dei Ministri si è riunito 18 volte, approvando diversi decreti legge. Se ci fosse stata una reale volontà politica, la questione sarebbe già risolta», affermano. Invece, accusano, i rappresentanti dei territori sono stati lasciati soli a raccogliere vaghe rassicurazioni, mentre le comunità interessate vivono l’incertezza sul futuro dei presìdi di giustizia.

Il prossimo appuntamento è fissato per il 15 maggio alle ore 12, quando il ministro Nordio incontrerà ufficialmente i parlamentari abruzzesi. «In quella sede – spiegano – chiederemo che il Governo presenti immediatamente al Consiglio dei Ministri il testo del decreto legge per la proroga tecnica e, subito dopo, calendarizzi la riforma della geografia giudiziaria. Senza questi due impegni concreti, restiamo nel campo delle inutili chiacchiere».  La richiesta è chiara: servono atti, non parole.

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