MARELLI SULMONA, LA PRODUZIONE DEI BRACCI IN LAMIERA SPOSTATA IN INDIA: TENSIONE TRA AZIENDA E SINDACATI

Nonostante gli sforzi compiuti per contenere i costi, come la sottoscrizione di contratti di solidarietĆ  e l’avvio degli ammortizzatori sociali, la notizia che il 2026 porterĆ  ulteriore perdita di produzione per lo stabilimento Marelli di Sulmona ha gettato un’ombra preoccupante sul futuro del sito peligno. La conferma ĆØ arrivata ieri durante un incontro congiunto tra l’assessore regionale al lavoro, Tiziana Magnacca, le organizzazioni sindacali e i vertici dell’azienda.

L’impianto di Sulmona, che attualmente dĆ  lavoro a 444 persone, perderĆ  la produzione dei bracci oscillanti, componenti precedentemente destinati al Ducato della ex Sevel di Atessa. A partire dalla fine dell’anno, i bracci, che saranno prodotti in lamiera invece che in ghisa, saranno delocalizzati in India, in uno stabilimento che verrĆ  definito “polo dei bracci”. Nonostante i sindacati abbiano sottolineato che la produzione potrebbe essere tranquillamente mantenuta a Sulmona, Marelli ha spiegato che l’adeguamento della produzione avrebbe comportato un costo aggiuntivo non accettato da Stellantis, che quindi ha optato per la delocalizzazione in India.

Le dichiarazioni aziendali, secondo le Rsu Fiom, Fim e Uilm, hanno suscitato forte preoccupazione, con i rappresentanti sindacali che hanno criticato la mancanza di prospettive future per lo stabilimento. In particolare, ĆØ stato sottolineato che l’azienda ha fornito una visione limitata della situazione, senza dare alcuna indicazione su possibili soluzioni per il futuro. Inoltre, le organizzazioni sindacali hanno evidenziato le contraddizioni nelle dichiarazioni di Marelli, che, secondo loro, gettano un’ombra sulle reali intenzioni riguardo allo stabilimento di Sulmona.

Il tema più discusso ĆØ stato quello del “saccheggio” delle attivitĆ  produttive dello stabilimento di Sulmona, con la sottrazione dei bracci per il Ducato, un’ulteriore riduzione della produzione che si aggiunge alle perdite giĆ  subite. I sindacati hanno chiesto all’azienda di rivedere questa decisione e di riportare la produzione in Valle Peligna, una richiesta che, a detta dei rappresentanti sindacali, potrebbe contribuire a ridurre il numero di esuberi e a rafforzare la fiducia nei confronti dello stabilimento e del territorio.

La discussione ĆØ proseguita con momenti di tensione, ma alla fine ĆØ stato deciso di programmare un nuovo incontro tra circa un mese e mezzo. La speranza dei sindacati ĆØ che, in quella sede, l’azienda possa offrire risposte concrete e proporre soluzioni per il futuro dello stabilimento. In particolare, ĆØ stato chiesto all’assessora Magnacca di “richiamare la ex Sevel alla responsabilitĆ  sociale”, con l’obiettivo di fermare il processo di insourcing delle produzioni che sta colpendo lo stabilimento di Sulmona, come nel caso della produzione dei semicorner.

I sindacati hanno infine espresso la preoccupazione che Stellantis, attraverso le sue scelte, possa diventare un alibi per Marelli per proseguire il progressivo smantellamento dello stabilimento, che rimane un patrimonio di conoscenze tecniche e competenze, fondamentale per l’economia di un vasto territorio. Il prossimo incontro sarĆ  decisivo per capire se la volontĆ  di dialogo riuscirĆ  a portare a soluzioni condivise o se le difficoltĆ  continueranno a segnare il futuro di Sulmona.

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