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TRIBUNALE E SNAM, CHIACCHIERE E DISTINTIVO

di Luigi Liberatore 
È un bel titolo, ad effetto; è gradevolmente evocativo ma soprattutto utile per gli argomenti che in questo caso introduce. Tribunale. Ieri il ministro Nordio ha ricevuto la delegazione abruzzese con a capo il presidente della Giunta regionale per discutere del problema relativo alla soppressione dei tribunali minori (Sulmona, Avezzano, Vasto e Lanciano) che dal primo gennaio prossimi cesseranno di esistere. Bene, i presidii giudiziari avevano questo destino all’entrata della delegazione, nulla di mutato all’uscita della guarnigione dopo il faccia a faccia col Guardasigilli. Nordio ha lasciato intendere che da parte sua c’è l’impegno incondizionato a stabilizzare i 4 tribunali e in tal senso solleciterà il governo a presentare un disegno di legge che ridefinisce la geografia giudiziaria. Ebbene, appena rientrati dal confronto parolaio, i politici nostrani hanno sbandierato slogan di successo, facendo credere che i tribunali sono salvi. Lesto ad acciuffare e a diffondere l’aria fritta, è stato il candidato sindaco di Sulmona, Luca Tirabassi, che guida sei liste per la Destra. C’era da aspettarselo. Guardate, Nordio non ha sancito nulla per iscritto, sicché io dico che i politici abruzzesi sono tornati con le pive nel sacco, e se proprio vogliamo dare all’incontro dignità storica (so che è un abuso) la delegazione ha riportato gli stessi risultati degli italiani alla conferenza di Versailles: una vittoria mutilata, come disse D’Annunzio. Punto. Per bene che vada ci sarà una proroga, giusto per prolungare l’agonia senza fine. La questione Snam. Si fanno di ora in ora interventi di politici e amministratori “eligendi” contro il gasdotto della Snam e anche in opposizione alla centralina di compressione in fase di realizzazione a Sulmona dove i lavori, invece, procedono regolarmente. S’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo. Non ci par vero di risentire in metrica manzoniana, quella che per i cultori sono ottave di decasillabi anapestici, valutazioni pessime sui progetti avanzati e da tempo già in cantiere per tacitare, almeno a parole, le coscienze morbose e deliranti di ambientalisti declinanti. Fanno a gara sia la Destra che la Sinistra a prendere come impegno l’opposizione a quei lavori: l’una e l’altra per raccogliere una manciata di voti in più in vista della batteria di elezioni di questa primavera. Dico a Mario Pizzola, indomito e ingenuo sognatore di Sulmona, che “Case Pente” non è una necropoli, semmai il cimitero delle lacrime a “pagamento”. Passerà il gasdotto, ed entrerà in funzione la centrale di compressione perché lo Stato ha così deciso in quanto sono opere strategiche di sicurezza nazionale. Tutto il resto sono esercitazioni lessicali per nascondere l’oppio che in Valle peligna viene distribuito a mani basse intanto che viene eletto il prossimo sindaco. Che non sarà nuovo, ma solo il prossimo…

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