
IL PATTO ELETTORALE DELLA PUGLIELLI? ALL’ASILO SOLTANTO SI RAGIONA COSÌ
di Luigi Liberatore – Rischia di pagare dazio Catia Puglielli, la sola donna candidata a sindaco per la città di Sulmona. Lo dico con tutta la mia disponibilità (di non votante) a sostenerla idealmente in una battaglia coraggiosa verso cui, però, si presenta con armi spuntate. Almeno stando alla sua ultima proposta di un patto pre elettorale da siglare con gli avversari, come Nicola Di Ianni e Luca Tirabassi, invitati ad un tavolo “extra omnes” a sostegno della città indipendentemente dall’esito elettorale. Almeno così mi pare di aver capito. Pronto ad essere smentito, ho l’impressione che Catia Puglielli si offra come penitente, ovvero come vittima sacrificale fin dagli esordi di questa campagna elettorale che in una ventina di giorni presenterà il conto ad ognuno dei candidati. Catia Puglielli, con la sua ultima proposta, mi sembra più appartenere agli epigoni di Maria Montessori che a una “ienetta” disposta ad azzannare gli avversari. Sì, in politica non c’è posto per visioni alla Rousseau; il minimo è sbranare gli avversari per raggiungere il vertice del comando o, per usare un eufemismo, fare in maniera tale da far emergere le proprie idee in politica. Si tratta di amministrare una città, di accedere alla stanza dei bottoni, mica di snocciolare il rosario sennò è meglio dedicarsi ai precetti evangelici. Sono venti anni che Sulmona assiste alla “morte” prematura dei suoi sindaci, vuoi per incapacità, vuoi soprattutto per i piatti avvelenati serviti proprio dalla politica fatta in casa. Non possiedo fattori di persuasività, comunque Catia Puglielli ha un maestro cui rivolgersi: l’ex sindaco Bruno Di Masci…
Sono gli altri che coltivano esclusivamente il loro orticello, lei è aperta capace e intelligente e bensa al bene comune. Forza Catia.