
“VIVO IN UNA PRIGIONE INVISIBILE”: LA DENUNCIA PUBBLICA DELLA 28ENNE VITTIMA DI TRE EPISODI DI VIOLENZA IN UN MESE
SULMONA – Dopo aver affidato alla giustizia la speranza di essere protetta, la 28enne sulmonese già vittima di tre episodi di violenza nel giro di un mese, ha deciso di metterci la faccia. Lo ha fatto con un post pubblico su Facebook, crudo, diretto, scritto “con il cuore spezzato e l’anima ferita”, come lei stessa ha dichiarato.
Un grido disperato quello lanciato dalla giovane, che ha denunciato di essere stata vittima di violenza sessuale, minacce di morte e umiliazioni verbali, tutte da parte dello stesso uomo: un 59enne già noto alle forze dell’ordine e più volte allontanato dai luoghi frequentati dalla ragazza. Tre denunce sono già state presentate ai carabinieri. Eppure, scrive Chiara, l’aggressore è ancora libero.
“Io, invece, vivo in una prigione invisibile. Convivo con la paura, ogni giorno, ogni notte”, racconta nel post, accompagnando le parole con la forza di chi non vuole più restare in silenzio.
La 28enne descrive un sistema che si muove troppo lentamente, incapace – secondo lei – di proteggere davvero le vittime. “Mi hanno detto di avere pazienza. Che devono seguire le procedure. Ma quanto bisogna aspettare? Quante volte bisogna quasi morire prima che qualcuno intervenga davvero?”, scrive.
La giovane aveva già raccontato in sede giudiziaria gli episodi di stalking e molestie subiti: appostamenti, aggressioni verbali, perfino un episodio di palpeggiamento all’interno del negozio dove lavora, finito con un referto in pronto soccorso. Eppure, nonostante la denuncia, il 59enne ha continuato ad aggirarsi per il centro storico, tornato a perseguitarla fino a costringerla a un nuovo accesso al pronto soccorso per lo shock subito.
Il post ha suscitato numerose reazioni di solidarietà, ma anche sconcerto. Perché la giovane non chiede soltanto giustizia, ma una risposta chiara, concreta e immediata da parte delle istituzioni. E oggi la sua testimonianza diventa simbolo di tutte quelle storie che rischiano di essere ignorate, finché non è troppo tardi.
Intanto, le indagini proseguono, ma per la 28enne – come per tante altre donne – il tempo non è più un lusso. Il suo messaggio è un appello accorato: “Non serve solo denunciare. Serve essere ascoltate, credute, protette”.
Da donna e mamma di una figlia femmina sono delusa, arrabbiata e sconcertata difronte a questa storia terribile. Ci raccomandano di denunciare al primo atto di violenza ma qui, difronte a tre denunce, si chiede ad una giovane donna vittima di violenza di aspettare e avere pazienza…ma scherziamo????!!! Cosa deve aspettare la povera Chiara? Perché lei,oltre allo spregevole atto di violenza subito, deve subire anche l’umiliazione dello stalker che la insulta e minaccia a due passi,questo perché lui è libero di girare indisturbato? Chi ripagherà Chiara della paura e dell’ angoscia che sta vivendo? Onore a lei che ha avuto il coraggio di metterci la faccia, con la speranza che si prendano al più presto provvedimenti seri e che Chiara riacquisti piano piano la serenità perduta
Questa giustizia è veramente strana. Personaggio già noto alle forze dell’ ordine, destinatario di tre denunce per stolking e lo lasciamo ancora tranquillamente in libertà? Ma come caxxo è possibile.
Ma perché essere così rispettosi dei diritti del reo e così distratti con gli onesti?