LILIANA SEGRE SU GAZA: LA REPULSIONE PER NETANYAHU E IL GOVERNO DI ISRAELE

L’AQUILA – La senatrice a vita Liliana Segre, 94 anni, sopravvissuta al campo di sterminio nazista di Auschwitz, prova “uno sconforto che rasenta la disperazione” di fronte alla guerra in corso a Gaza. Il conflitto in Medio Oriente ha preso nuovo slancio con i continui bombardamenti lanciati dallo Stato israeliano sulla popolazione della Striscia. Il governo di Benjamin Netanyahu ha interrotto il cessate il fuoco con i terroristi di Hamas e nel territorio palestinese da due mesi non entra più un camion di alimenti. In un’intervista al Corriere, Segre espone il suo punto di vista in occasione dell’uscita del suo nuovo libro: “Non posso e non voglio tacere. Riflessioni di una donna di pace”.

“Sento repulsione per il governo di Netanyahu”

La senatrice a vita parla di due popoli, quello israeliano e quello palestinese, “in trappola, incapaci di liberarsi da una sorta di condanna a odiarsi e a combattersi a vicenda”. Una condizione che si spiega anche con il fatto che le due parti sono guidate “dalle componenti peggiori delle rispettive classi dirigenti”. Segre trova “mostruoso il fanatismo teocratico e sanguinario di Hamas e delle altre fazioni terroristiche che hanno provocato la nuova guerra” con la strage e il rapimento di israeliani il 7 ottobre 2023. Ma, al contempo, la 94enne sente “profonda repulsione verso il governo di Benjamin Netanyahu e verso la destra estremista, iper-nazionalista e con componenti fascistoidi e razziste al potere oggi in Israele”.

 

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