I BAMBINI DI GAZA: QUANDO L’UMANITA’ MUORE DAVVERO

di Massimo Prosperococco
L’AQUILA – Non ci sono parole sufficienti per esprimere l’orrore e lo smarrimento che provo di fronte alle recenti dichiarazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Non esiste giustificazione, al mondo, che possa rendere accettabili le sue parole e, soprattutto, le sue azioni. Quelle dichiarazioni sono parole da criminale di guerra. E i fatti che le accompagnano parlano di un crimine ben più grande: un genocidio in atto, una cancellazione sistematica e brutale del popolo palestinese.
Sento un dolore profondo, lacerante, e con esso un senso di impotenza che mi lascia senza fiato. Cosa possiamo fare noi, nel nostro piccolo, per fermare questo abisso? Come possiamo opporci, concretamente, a questo orrore che si consuma sotto gli occhi del mondo intero, nella quasi totale indifferenza di chi avrebbe il potere di intervenire?
Non si può più tacere. Non si può più restare immobili. Questo è un genocidio. E come tale deve essere nominato, denunciato, impedito. Netanyahu deve essere processato e condannato come criminale di guerra. La comunità internazionale ha il dovere di intervenire. L’umanità tutta ha il dovere di non voltarsi dall’altra parte.
Eppure, voglio dirlo con forza: io non credo e non crederò mai che tutti gli ebrei siano come lui. Non posso credere che tutto Israele sia rappresentato da questo odio, da questa furia cieca e disumana. Il popolo ebraico ha conosciuto sulla propria pelle cosa significa essere vittima dell’annientamento. Non posso credere che abbia dimenticato. Non posso credere che abbia smarrito del tutto il senso dell’umanità, del rispetto per l’altro, per ogni essere umano.
Sono atterrito. Sono impaurito. Rivedo immagini e parole che pensavo appartenessero solo al passato più oscuro dell’Europa, al tempo del nazismo, al tempo in cui anche allora si decise scientemente di sterminare un popolo. Oggi tutto questo si ripete, davanti ai nostri occhi. E dobbiamo gridare, denunciare, opporci. Perché il silenzio, oggi, è complicità.
Bisogna agire. Bisogna fermare questo orrore. Bisogna salvare il popolo palestinese dalla distruzione.
Non c’è più tempo.

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