
CRISI MARELLI, L’8 MAGGIO VERTICE IN REGIONE. PUGLIELLI: I LAVORATORI MERITANO RISPOSTE CHIARE
SULMONA – Lavoratori in attesa di risposte concrete e preoccupazioni crescenti per il futuro dello stabilimento Marelli di Sulmona. A pochi giorni dall’incontro previsto per mercoledì 8 maggio in Regione Abruzzo, tra l’assessore regionale alle attività produttive Daniele Magnacca e i rappresentanti sindacali, interviene con forza anche Catia Puglielli, candidata sindaco del polo civico riformista, chiedendo «risposte chiare e un piano industriale trasparente» per lo stabilimento peligno.
A pesare sul futuro della fabbrica è la perdita della commessa relativa ai bracci oscillanti per il furgone Ducato, un componente strategico del sistema sospensivo. La produzione, inizialmente affidata a Marelli fino al 2031, verrà invece internalizzata da Stellantis, come parte della riorganizzazione della filiera. Una decisione che colpisce duramente lo stabilimento di Sulmona, già messo alla prova da anni di incertezze.
Nel frattempo, le dichiarazioni di John Elkann, presidente di Stellantis, in audizione al Parlamento, gettano nuova luce sull’assetto industriale dell’automotive italiano: «Entro il 2025 – ha detto – Stellantis investirà circa 2 miliardi di euro negli stabilimenti italiani e acquisterà 6 miliardi in componenti dalla filiera nazionale». Un contesto che solleva interrogativi ancora più pressanti sulla posizione di Marelli e sulla sua esclusione da una quota significativa di questi investimenti.
«Le istituzioni devono chiarire la reale volontà di Marelli – afferma Puglielli – che oggi sembra più un’azienda in fase di accompagnamento all’uscita, piuttosto che un’impresa intenzionata a restare e investire». E propone alternative possibili, come la diversificazione produttiva, patti industriali di sostegno pubblico, l’accesso ai fondi per la transizione verde e digitale, e persino una rinegoziazione diretta con Stellantis.
Al centro della riflessione, per Puglielli, ci sono soprattutto i lavoratori: «Serve rispetto per chi rischia il proprio posto. Serve una programmazione pluriennale, chiara e concreta. Un’azienda che vuole restare investe, innova e pianifica, non dismette silenziosamente».
L’incontro dell’8 maggio si preannuncia quindi decisivo per il destino dell’impianto e per la tenuta occupazionale sul territorio. «La politica – conclude Puglielli – non può restare spettatrice. Marelli è ancora in tempo per non diventare un’altra occasione mancata».