BUGNARA, STORIE DI EMIGRAZIONE E RADICI FAMILIARI CON GEREMIA MANCINI E MASSIMO TARDIO

“Nel mio paese da bambino vedevo troppe donne vestite di nero e uomini senza voce. Mio nonno mi spiegò che quelle donne erano vedove dei minatori morti a Marcinelle, e quegli uomini, i sopravvissuti, parlavano con la fatica della silicosi”. È con questo ricordo struggente che Geremia Mancini ha commosso il pubblico riunito sabato 3 maggio a Bugnara, in occasione del nuovo appuntamento della rassegna La Primavera dei Libri.

L’evento, organizzato dal Centro Studi e Ricerche “Nino Ruscitti” nell’ambito del Patto della Lettura e aderente al progetto nazionale Il Maggio dei Libri, è stato dedicato al tema dell’emigrazione abruzzese: un fenomeno che ha segnato profondamente il territorio e le famiglie, lasciando ferite, ma anche un’eredità fatta di memoria, identità e legami duraturi con le comunità all’estero.

A guidare la riflessione sono stati due testimoni d’eccezione: lo stesso Geremia Mancini, presidente onorario dell’associazione “Ambasciatori della fame”, e Massimo Tardio, della Fondazione Pascal D’Angelo. A introdurre il dibattito è stato Matteo Servilio, presidente del Centro Studi “Nino Ruscitti”, che ha ricordato come iniziative di questo tipo servano a “riportare al centro una memoria collettiva troppo spesso dimenticata o trascurata, ma che parla ancora forte alle generazioni presenti”.

Massimo Tardio ha messo in luce l’aspetto antropologico del fenomeno migratorio, spiegando come le migrazioni siano parte integrante della storia dell’umanità. “Recuperare la memoria familiare e locale – ha sottolineato – ci aiuta a leggere con maggiore consapevolezza anche i fenomeni del nostro tempo”. Un invito, il suo, a riscoprire le storie dei nonni e dei bisnonni per dare senso al presente.

Mancini ha invece offerto una narrazione intensamente emotiva e storicamente documentata delle vite degli emigranti abruzzesi, ricordando non solo tragedie come quella di Marcinelle, ma anche la dignità con cui molti abruzzesi hanno affrontato il lavoro e la lontananza. “Molti di loro – ha detto – hanno continuato a parlare il dialetto, hanno dato ai figli nomi legati ai santi dei paesi d’origine, e hanno trasmesso le tradizioni come segni di appartenenza, anche a migliaia di chilometri di distanza”.

L’incontro, che ha visto la partecipazione attenta di cittadini, studiosi e amministratori, rientra tra le attività del Patto della lettura di Bugnara, realizzato in collaborazione con la Libreria Ubik di Sulmona, la Fondazione Pascal D’Angelo, l’Università della Libera Età di Sulmona e il Comune di Bugnara, recentemente riconosciuto come Città che legge per il triennio 2024-2026.

La rassegna proseguirà venerdì 24 maggio, alle ore 17:30, con la presentazione del volume Vittorio Clemente. Maestro e poeta, a cura di Mauro Cianfaglione. Un nuovo incontro all’insegna della cultura e della memoria.

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