UNA GIUSTIZIA CHE CAMMINA SU UN FILO SOTTILE…
di Claudio Lattanzio – Il trasferimento dei due agenti che hanno condotto un’indagine così delicata lascia aperti scenari preoccupanti. Non è solo una questione di organizzazione interna o rotazione degli incarichi: quando chi indaga viene allontanato subito dopo aver acceso un faro su comportamenti illeciti, il messaggio rischia di diventare ambiguo. È il sistema a dover proteggere chi fa luce, non isolarlo. Questo episodio mette in evidenza la necessità di garantire reale autonomia e tutela a chi è chiamato a indagare anche (e soprattutto) tra le proprie fila.
Accuse pesanti, ma reintegri rapidi: cosa significa?
Sul piano giuridico, l’inchiesta presenta un quadro accusatorio serio, ma il fatto che dieci su undici agenti siano stati reintegrati in servizio dal Tribunale del Riesame indica che, almeno in fase cautelare, gli elementi non sono stati ritenuti sufficienti a giustificare l’allontanamento dal servizio. Questo non esclude responsabilità penali future, ma sottolinea quanto sia complesso l’equilibrio tra tutela della presunzione d’innocenza e necessità di salvaguardare l’integrità delle forze dell’ordine. L’esito finale dipenderà dal processo, ma già ora la vicenda solleva dubbi sulla tenuta interna dei meccanismi di controllo e trasparenza.