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DA SULMONA A DERRY: CLAUDIO ANTONUCCI, LO CHEF ABRUZZESE CHE HA CONQUISTATO L’IRLANDA DEL NORDCON L’ANIMA DELLA CUCINA ITALIANA

di Claudio Lattanzio – Trenta anni fa, in una terra lontana dalle colline dell’Abruzzo e dai profumi intensi della cucina italiana, un uomo partito da Sulmona ha acceso una scintilla destinata a diventare un faro della ristorazione italiana in Irlanda del Nord. Oggi Claudio Antonucci, chef e fondatore del ristorante La Sosta, è considerato un vero punto di riferimento dell’alta cucina a Derry, grazie a un impegno costante, alla fedeltà ai sapori autentici e a un amore incrollabile per la sua terra d’origine.

Maureen Antonucci

Aperto nel 1995 insieme alla moglie Maureen, La Sosta è stato il primo ristorante italiano della città e ancora oggi è il più longevo. In un Paese dalla tradizione gastronomica profondamente diversa, Claudio ha saputo educare il palato di generazioni, introducendo con orgoglio piatti tipici italiani e abruzzesi, come la focaccia, allora quasi sconosciuta, e prodotti di qualità assoluta, selezionati con rigore e passione.

“Abbiamo aperto senza compromessi,” racconta Claudio. “L’anima doveva essere italiana, genuina. Ricordo i primi clienti stupiti dal nostro pane: oggi lo conoscono tutti, ma trent’anni fa era una novità assoluta.”

Ma La Sosta non è solo un ristorante: è un luogo dell’anima, un simbolo di accoglienza e autenticità, frequentato per anni da figure storiche come John Hume, il premio Nobel per la Pace, che supportò personalmente Claudio nei primi anni, arrivando a suggerirgli – e a finanziare – l’insegna del locale. Una piccola ma significativa dimostrazione di quanto la comunità di Derry abbia riconosciuto il valore umano e culturale del progetto di Claudio.

“Non è solo questione di cucina,” afferma lo chef. “È questione di passione. Se non ami quello che fai, se non rispetti il cibo, non potrai mai farcela. Questo non è solo un lavoro: è la mia vita.”

Con il tempo, La Sosta è diventato parte della vita della città: clienti che da giovani sedevano ai tavoli del ristorante, oggi tornano con figli e nipoti, testimoniando il legame profondo tra tradizione e futuro. Dopo la scomparsa di Maureen nel 2020, Claudio ha avuto un momento di smarrimento, ma è stato il suo stesso staff a incoraggiarlo a mantenere vivo il sogno della moglie.

“Se avessi chiuso, avrei distrutto il sogno di Maureen. Ho deciso di andare avanti, per lei e per tutto ciò che abbiamo costruito insieme.”

Oggi, al suo fianco, la chef Ewa Molas porta avanti la cucina de La Sosta, promettendo di mantenere intatta l’essenza della tradizione italiana che ha reso questo ristorante un baluardo di qualità e autenticità.

L’ingresso del ristorante “La sosta” a Londonderry

Il traguardo dei 30 anni è stato celebrato con entusiasmo in tutta l’Irlanda del Nord, dove i principali quotidiani e media hanno dedicato ampi articoli all’anniversario, riconoscendo nel ristorante del “Musichiere”, (così è conosciuto Claudio Antonucci a Sulmona), non solo un simbolo gastronomico, ma anche culturale e sociale. Un riconoscimento che testimonia quanto l’opera di Claudio Antonucci abbia inciso nel tessuto della città, diventando esempio concreto di integrazione, eccellenza e amore per le radici.

Dal cuore dell’Abruzzo alle sponde del Foyle, Claudio Antonucci rappresenta l’esempio concreto di come la cultura enogastronomica italiana possa superare ogni confine, parlando al mondo con il linguaggio universale della qualità, dell’identità e della passione.



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