MIGLIAIA DI PERSONE E TANTO SOLE ESALTANO LA FESTA DEI SERPARI DI COCULLO
di Gioia Perinetti – “San Domenico ci invita a non fermarci, come i serpenti, a strisciare per terra ma innalzarci verso il cielo, i serpenti oggi sono messi in alto per guardare verso il Signore. Per cogliere l’invito che San Domenico da sempre ha portato a questo popolo e a questa terra: chi crede nel figlio di Dio ha vita eterna, chi crede in lui ha l’eternità”, così il vescovo di Sulmona – Valva ha invitato, durante l’omelia della solenne Messa, tutti i fedeli a seguire l’esempio del patrono di Cocullo.
A partecipare al “Rito dei serpari” oltre 15mila persone accorse nel paese della Valle del Sagittario. Code di auto in fila per chilometri e parcheggiate da Cocullo fino ad Anversa degli Abruzzi; piazze piene di occhi attenti e bimbi sulle spalle dei genitori, strade stracolme di gente per vedere da vicino e immortalare i “cervoni” che, come prevede la tradizione secolare, si muovono sinuosamente sulla statua del Santo patrono di Cocullo. Oltre duecento i rettili protagonisti del rito e tra le mani dei serpari che, per oltre un mese, si sono occupati della cattura.
La processione preceduta dalla tradizionale vestizione del Santo, è iniziata poco dopo mezzogiorno, fuori dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie, accompagnata dalla presenza dei numerosi devoti e scandita dal ritmo della banda che ha creato la giusta atmosfera di festa coinvolgendo i presenti.
Ad impreziosire la giornata i raggi del sole, il cielo limpido e il clima mite che hanno contribuito a rendere il primo maggio di Cocullo ancora più partecipato e attrattivo non solo per i molti credenti che hanno a cuore il rito ma anche per i tanti turisti che incuriositi si sono recati verso la Valle del Sagittario.
Proprio le altre temperature hanno creato qualche problema facendo registrare 14 malori nessuno dei quali è risultato grave anche grazie al grande lavoro e al valido contributo del personale sanitario presente oggi a Cocullo. Il Vescovo Michele Fusco ha lanciato un messaggio importante per vivere a pieno la fede in un giorno che per il “paese dei serpenti” e per i paesi della Valle del Sagittario ha un senso profondo e sentito.
“Vi lascio tre parole: ascoltare, agire e annunziare; siamo chiamati, come San Domenico, a fare cose grandi se seguiamo Gesù come ha fatto lui”, con questo suggerimento ha chiesto, come pastore, di annunciare il Vangelo della Gioia e di mirare sempre all’eternità. Al termine della processione via ai festeggiamenti che andranno avanti fino a notte inoltrata nel nome e nel segno di una tradizione che ha radici secolari.