NAIADI, PROSCIOLTI TUTTI GLI INDAGATI: PER IL GIP NESSUN REATO, GARANTITO L’INTERESSE PUBBLICO

Nessun reato, nessuna irregolarità. Si è chiusa con un completo proscioglimento l’inchiesta sull’affidamento in via d’urgenza del complesso sportivo delle Naiadi, avviata dalla Procura di Pescara. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dagli stessi inquirenti, sancendo che le condotte degli indagati – tra cui vertici di Areacom e della Regione Abruzzo – furono sempre orientate alla tutela dell’interesse pubblico.

Secondo quanto emerso nel provvedimento, l’obiettivo prioritario fu quello di garantire la continuità e la valorizzazione delle attività del polo natatorio, la cui chiusura avrebbe comportato gravi conseguenze economiche e strutturali. Nessuna ombra, dunque, sull’operato dell’Agenzia per la Committenza, la cui gestione della procedura d’urgenza è stata ritenuta pienamente legittima.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che ha definito “cristallina” la figura del direttore dell’Agenzia, Donato Cavallo, coinvolto direttamente nell’inchiesta e sottoposto – come ricordato – al sequestro di strumenti informatici per oltre un anno. “Non avevamo dubbi – ha dichiarato Marsilio – sulla sua adamantina onestà. L’indagine, che ha sottoposto il dott. Cavallo a un rigoroso vaglio investigativo, conferma quanto sempre sostenuto: le procedure adottate miravano unicamente alla rapida riapertura delle Naiadi, per evitare un ulteriore depauperamento del complesso sportivo pubblico”.

Il presidente ha poi stigmatizzato le strumentalizzazioni politiche che, a suo dire, hanno accompagnato l’inchiesta fin dal principio: “Qualcuno, colpendo Cavallo e Areacom, puntava in realtà a colpire me, tentando per via giudiziaria quel successo che non riesce a ottenere nella competizione elettorale. Ma ancora una volta i fatti dimostrano la trasparenza e la correttezza del nostro agire”.

Marsilio ha infine rivolto un ringraziamento alla Procura, sottolineando la serietà e l’equilibrio con cui il procuratore Giuseppe Bellelli ha condotto l’inchiesta, arrivando a stabilire – senza teoremi preconfezionati – la verità dei fatti.

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