LA POETESSA AQUILANA PATRIZIA TOCCI PER IL PRIMO MAGGIO RICORDA LA VITA DEL PADRE
di Patrizia Tocci*
Mio padre lavorava come un forsennato. Faceva di mestiere il cantoniere, ma poi c’erano le mucche e gli asini da accudire, la campagna e l’ orto. Ma il primo maggio no. Indossava una bella camicia, si vestiva a festa e mi diceva , con un’espressione che non ho mai dimenticato “ è pe’ lo Giusto.”.
È per una cosa giusta, lui la sostantivava così la giustizia. E allora, buon primo Maggio, papà. A te, a tutti i lavoratori che si spezzano la schiena per pochi euro, ai nostri giovani plurilaureati che vendono il loro tempo e il loro futuro a gente che Sa solo parlare di ottimizzazione. Buon primo maggio a chiunque lavora, e lo fa bene e con coscienza. Buon primo maggio a chi ha cura di un malato, di un sofferente, perché anche quello è un grande lavoro.
Buon primo maggio a chi cerca un lavoro e a chi un lavoro purtroppo non ce l’ha. I miei auguri.
*Poetessa e Scrittrice