
NEL GIORNO DEI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO LA TOCCANTE TESTIMONIANZA DI MARIO CAMILLI
di Mario Camilli*
Se appello deve essere!
Battezzato, comunicato e cresimato, eppure non credente, non posso non dirmi cristiano. Lāultima mia ispirazione delle velleitĆ letterarie che mi frullano per la testa, ĆØ stata legata allāimmagine di mia madre che mi chiamava dal balcone tutta allarmata e addolorata. Mario Mario, urlava, ĆØ morto il Papa ĆØ morto il Papa!!
Era Giovanni XXIII, il Papa Buono. Comāerano buoni anche Kennedy e Krusciov, la distensione lāequilibrio nucleare. La stabilizzazione. NellāItalia democratica repubblicana. Adesso ho vissuto la morte di Francesco con emozione, ho rivissuto la fede della misericordia di mia madre. Quella forma di religione che accomuna tutte le religioni. Francesco ha telefonato tutte le sere alla parrocchia di Gaza per sapere come stavano cosa stava succedendo. Molto preoccupato ĆØ vicino a queste persone, sapendo di quanto nella cultura della misericordia ci fosse in gioco in quelle terre. Lāodio nazionalista, lāodio razziale, lāodio religioso, sono il frutto più maligno delle comunitĆ umane. LƬ si gioca la pace e la capacitĆ di dialogare di imporre la pace con il disarmo. Nelle coscienze degli Stati, dellāideologia, delle religioni. Delle nazioni. Che bello sarebbe avere una chiesa rappresentata da un Papa, cresciuto lƬ dove il cattolicesimo ĆØ minoranza.
Stimolo alla libertĆ e alla solidarietĆ della pace.
Un Papa, cosƬ magari.
*GiornalistaĀ