25 APRILE DI SOBRIETA’? LA LIBERAZIONE E’ MEMORIA NON FESTA DA BALLO. L’OPINIONE DI ALESSANDRO TOMASSONI

di Alessandro Tomassoni
Quest’anno, per il 25 aprile, arriva un invito alla ā€œsobrietĆ ā€, un appello che si intreccia con il lutto per la morte del Papa.
Ma cosa significa davvero questa ā€œsobrietĆ ā€?
Un invito al distacco? O, peggio, alla rimozione?
Come se la memoria della Liberazione potesse essere messa tra parentesi, come se l’impegno civile, il dovere del ricordo, potessero essere relegati in secondo piano.
Il 25 aprile non ĆØ una ricorrenza come le altre.
Non è un compleanno, né una festa privata da vivere sottovoce.
ƈ una radice profonda della nostra storia, da coltivare ogni anno con voce alta e coscienza vigile.
ƈ il giorno in cui l’Italia ritrova il senso della libertĆ , della democrazia, della dignitĆ  riconquistata.
Invocare ā€œsobrietĆ ā€ rischia di diventare una formula elegante per dire: non disturbiamo troppo le coscienze.
No, la Memoria non si diluisce, nonĀ  ĆØ mai eccesso, non si mette tra parentesi. Ricordarlo con forza non ĆØ retorica: ĆØ responsabilitĆ  civile.

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