QUEL GIORNO IN CUI PAPA FRANCESCO ARRIVO’ IN CARROZZINA SULLO SCIVOLO DI COLLEMAGGIO

di Massimo Prosperococco 
Vorrei ricordare Papa Francesco con un pensiero, permettetemi, laico. Laico perché non ho mai incontrato personalmente Papa Francesco, eppure le nostre vite, in un modo silenzioso ma profondo, si sono incrociate.
Si sono incrociate in particolare nella Basilica di Collemaggio.
Molti di voi ricorderanno certamente la battaglia che portammo avanti per rendere accessibile la Basilica dopo il restauro. Quando fu riaperta nel 2017, mancava uno scivolo all’ingresso principale. Un’assenza tanto simbolica quanto concreta. Insieme a tanti aquilani e con il fondamentale supporto della redazione aquilana de Il Messaggero, iniziammo una battaglia quotidiana, fatta di lettere, articoli, proteste civili, testardaggine e sogni di giustizia.
Alla fine, quello scivolo fu realizzato. E non dimenticherò mai gli ostacoli, anche culturali, che incontrammo. Le solite giustificazioni, i soliti “capisciò”, che dicevano che era meglio entrare da una porta laterale, che “quella roba” rovinava l’estetica, che non c’era bisogno… e tutte le varianti del “non si può”.
Poi arrivò il 28 agosto 2022, Papa Francesco venne all’Aquila per la 728ª Perdonanza e venne in carrozzina, varcò la Porta Santa di Collemaggio, entrò nella Basilica. Io lo vidi in diretta televisiva. E quando, dopo qualche minuto, lo vidi uscire in carrozzina, carrozzina che aveva iniziato a usare da poco, salire proprio da quello scivolo, il nostro scivolo, sentii dentro qualcosa di profondo. Non riuscii a trattenere le lacrime.
Anche se per pochi secondi, Papa Francesco ha attraversato un simbolo. Uno spazio conquistato con fatica, per tutti, da tanti. E mi sono chiesto, lo confesso, se in quel momento avesse pensato a chi l’aveva voluto quello scivolo. Se avesse saputo della lettera che Amelia, gli scrisse proprio per sensibilizzarlo su quel tema. Non lo sapremo mai. Ma a me piace pensare che, almeno per un attimo, ci sia stato un filo invisibile tra quel gesto e tutte le battaglie che ci sono state dietro.
Papa Francesco è stato, per me, un grande Papa. Un uomo vicino alla gente, agli ultimi, ai dimenticati. Un Papa raro. Il mio è un pensiero laico, sì. Ma sincero e riconoscente.
Oggi è il tempo del lutto e del ricordo. E io, nel mio piccolo, lo ricordo così: seduto su una carrozzina, che attraversa lo scivolo di Collemaggio. Quel piccolo tratto in legno che racconta una grande storia di diritti.
Grazie Papa Francesco.

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